PALERMO. Palermo è sommersa dai rifiuti. La città sembra una mega discarica a cielo aperto e la gente esasperata brucia di notte i cumuli di immondizia, fotografati dai turisti, in città per le festività pasquali, assieme alla Cattedrale o ai Quattro Canti. La Procura ha già aperto un' inchiesta per accertare eventuali responsabilità, mentre l' Amia, l' azienda pubblica dei rifiuti, anche oggi ha messo in campo tutte le squadre per cercare di ripulire le strade con l'obiettivo di riportare la normalità entro Pasqua. Ma non sarà facile. A provocare l'emergenza è stato lo sciopero di alcuni giorni degli operatori. Il blocco ha causato un arretrato di centinaia di tonnellate di spazzatura.
E al danno si aggiunge la beffa. Mentre la città sprofonda e l'ordine dei medici lancia l'allarme per la salute pubblica, i palermitani stanno ricevendo a casa i bollettini per il pagamento della Tarsu (anno 2011), la tassa per la raccolta dei rifiuti. Uno schiaffo, tant'è che gruppi di cittadini pensano a una class action, contestando anche la condotta del comune e della Prefettura che non sarebbe intervenuti in tempo.
La protesta è scattata per il timore di non ricevere gli stipendi di marzo ma il commissario del comune, Luisa Latella, quattro giorni fa è riuscita a trovare i fondi necessari per tamponare la situazione e rimettere in moto la raccolta. I disagi però sono tanti. Mancano le pale meccaniche e la spazzatura è ancora accatastata in ogni zona, dal centro alle periferie. Un istituto di dialisi è rimasto imprigionato dalla spazzatura, così come una famiglia in via Li Bassi dove è intervenuto un mezzo meccanico per liberare l'entrata della casa. Nei mercati storici ci sono montagna di rifiuti alte fino a quattro metri. A Ballarò residenti e commercianti hanno dato fuoco ai rifiuti, bruciando anche televisori ed elettrodomestici. Stesse scene al Capo e nel mercato della Vucciria, dove alcuni vicoli non sono più accessibili perchè invasi dall'immondizia.
A Bonagia, estrema periferia, i sacchetti dell'immondizia vengono lasciato lungo il marciapiede, formando un serpentone di cumuli. Montagne d'immondizia si trovano davanti le scuole, gli ospedali e gli uffici pubblici. In molte zone della città c'è un odore nauseabondo. A capo dell'Amia ci sono tre commissari, nominati dall'ex governo Berlusconi. La società è in rosso, i debiti ormai superano il patrimonio. La voragine nei bilanci si è allargata con la gestione di Enzo Galioto, ex amministratore, oggi senatore dell'Udc (all'epoca coordinatore di Fi, il partito dell'ex sindaco Diego Cammarata). Con la raccolta differenziata praticamente ferma, Galioto e il suo management avevano aperto a Dubai una sede distaccata, prendendo in affitto i locali di un lussuoso hotel, ufficialmente per esportare il «modello Palermo» nei Paesi Arabi.
In realtà, come emerge da numerose fatture acquisite dai magistrati che aprirono una indagine (Cammarata si rifiutò di sporgere querela), l'ex gruppo dirigente sperperò il denaro pubblico in cene a base di aragoste e gamberoni.