Il ricordo più bello che ho di Giovanni Rizzuto risale alla sera del 25 agosto del 2008. Da contrattista al Giornale di Sicilia, in quelle settimane, mi occupavo spesso delle chiusure, il chiusurista è l’ultimo giornalista che lascia la redazione. Era già tardi e le scrivanie di via Lincoln si stavano svuotando quando piombò su di noi la notizia di un aliscafo, in arrivo dalle isole Egadi, che si era schiantato sulla banchina del porto di Trapani. Per chi fa questo mestiere è stato un grande momento di scuola, in pochi minuti Giovanni e Daniele Billitteri, che alle sue spalle ha anni trascorsi da chiusurista, hanno preso in mano la situazione riuscendo a piazzare un pezzo per la cronaca, uno per il racconto dei testimoni, uno per il precedente episodio, e poi le foto.
Il 6 settembre 2001, alcuni anni prima, Palermo fu colpita nella notte da un forte terremoto. Come molti giovani cronisti mi precipitai in redazione per chiedere di poter scrivere. Giovanni era già al suo posto, in pantaloni e maglietta, sapeva esattamente dove era stato l’epicentro del sisma, la sua intensità, i primi danni in città. Mi assegnò il compito di andare in giro a sentire un po’ di gente per Palermo. Il titolo dell’indomani era “Palermo trema”.
Giovanni non ha mai smesso di sorridere in quei minuti, non lo faceva mai. Spesso quel sorriso era beffardo, raramente le sue risposte erano pienamente esaurienti, un motivo in più per fare poche domande e portare a casa il pezzo presto e bene.
Un saluto.