LIPARI. Il "mostro" che per nove giorni ha terrorizzato l'arcipelago dei vip è un ometto mingherlino che mostra meno dei suoi 37 anni, con due figli, che sbarcava il lunario facendo saltuariamente il manovale o il netturbino e che pochi giorni prima del delitto aveva pianto la scomparsa del padre morto a 59 anni. Ne sono convinti carabinieri e pm della procura di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) che hanno fermato Roberto Cannistrà nella sua abitazione nella frazione di Quattropani, a Lipari, non lontano dalla villetta circondata da limoni e ulivi di Eufemia Biviano, 62 anni, ex inserviente di hotel, assassinata con una coltellata alla gola il 24 dicembre scorso e trovata morta nel garage della sua villetta.
Il movente del delitto è ancora oscuro ma una delle ipotesi investigative è che l'uomo, in gravi difficoltà economiche, sia stato sorpreso dalla vittima mentre rubava in casa. Cannistrà è stato svegliato all'alba, si è vestito con jeans, maglione blu a righe bianche e, dopo le pratiche di rito, con un'auto dei carabinieri è stato portato al molo per essere imbarcato sulla motovedetta dell'Arma fino a Milazzo e poi trasferito nel carcere di Gazzi, a Messina. Appena sceso dall'auto, coi carabinieri che gli tenevano il giubbotto sul capo per non farlo fotografare, i militari hanno capito che tirava una brutta aria. Una folla aspettava per vedere la faccia dell'uomo che ha fatto piombare le Eolie nell'incubo dell'omicidio dopo 50 anni. Gli uomini ma soprattutto le donne, anche anziane, hanno tentato di linciare il fermato gridando: "Bastardo, ammazzatelo. Devi morire". I carabinieri hanno faticato a tenere lontano la gente. Il sindaco di Lipari, Mariano Bruno, anche lui sul molo, ha detto: "Oggi ci sentiamo più contenti. Grazie ai carabinieri". I liparoti hanno applaudito, continuando però a gridare "Ammazzatelo".
"Suo padre - dice il sindaco Bruno - era un operaio comunale. Una persona perbene, un lavoratore onesto. Ora è finito l'incubo, c'é sollievo ma anche tristezza perché una donna è stata uccisa e lo avrebbe fatto un eoliano. Cercheremo di capire quale deriva stiamo prendendo. Le Eolie erano immuni dal crimine. Da qualche tempo ci sono stati piccoli reati, atti di delinquenza minorile, e vogliamo capire se c'é una regia dietro alcuni gesti criminali". Cannistrà è stato fermato dopo l'analisi del dna su alcune macchie di sangue trovate nel lavandino e su un asciugamano in casa della vittima. Evidentemente si è ferito durante la colluttazione e si è lavato. I carabinieri del Ris hanno isolato due gruppi sanguigni e hanno effettuato analisi su campioni organici prelevati da una sessantina di persone sospettate. Il dna isolato nel sangue che non apparteneva alla vittima combacerebbe con quello di Cannistrà. L'uomo, che era stato condannato per un'estorsione a una ragazza di Lipari, è stato fermato su ordine dei sostituti procuratori Francesco Massara e Mirko Piloni che ora devono chiedere una misura cautelare al gip di Barcellona Pozzo di Gotto.
Rimane per ora il buio sul movente che ha spinto l'indagato a uccidere Eufemia Biviano e sull'arma del delitto. Gli investigatori non lo dicono ma sperano che messo alle strette Cannistrà collabori e racconti tutto facendo magari ritrovare la lama con cui ha ucciso. "Sono state indagini complicate, abbiamo sentito 140 persone e abbiamo fatto diverse ipotesi investigative - ha detto il colonnello Claudio Domizi, comandante dei carabinieri di Messina - ma poi attraverso il Dna abbiamo stretto il cerchio e siamo arrivati all'identità dell'uomo. Durante le indagini tutte le persone che partivano dall'isola sono state controllate per evitare fughe. Abbiamo fatto anche decine di perquisizioni per monitorare incessantemente le persone sospette".