PALERMO. "Nel sopralluogo fatto alla pizzeria Impastato ho accertato almeno due focolai distinti e non collegabili che fanno comprendere come l'incendio divampato il 9 dicembre a Cinisi non possa avere natura accidentale, come avviene, per esempio, nel caso di un corto circuito, generato da un'unica origine. Questo fa pensare al dolo".
Lo ha detto Francesco Agrò, perito di parte che ha presentato questa mattina una relazione tecnica sul rogo che ha colpito la pizzeria di proprietà di Giovanni Impastato, fratello del militante di Dp assassinato dalla mafia nel 1978.
"Il rogo non è partito dai motori del frigo, ma due - tre metri più avanti, investendo poi i motori e provocando il corto circuito - ha detto Giovanni Impastato - abbiamo poi trovato delle bombole della cucina tutte allineate e spostate rispetto al posto in cui si trovavano. Era necessario fare delle indagini più approfondite e non liquidarlo subito come un incendio accidentale". "In genere i vigili del fuoco intervengono nell'immediatezza dell'incendio, - ha spiegato il perito - in una situazione molto particolare, con ambienti bui e pieni di fuliggine. Io sono intervenuto 5 giorni dopo il rogo, e anche le fotografie hanno aiutato a mettere a fuoco aspetti che a occhio nudo non è facile cogliere. La presenza di focolai distinti è inequivocabile, adesso consegneremo questa relazione tecnica alle autorità e alla magistratura e speriamo che gli esiti della perizia siano confermati dagli organi giudiziari".
Incendio alla pizzeria Impastato, il perito: cause dolose
Accertati almeno due focolai distinti e non collegabili che fanno comprendere come il rogo divampato il 9 dicembre a Cinisi non possa avere natura accidentale
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