CINISI. In fiamme, questa notte, il magazzino della pizzeria Impastato di Cinisi, il locale gestito dalla famiglia di Peppino, ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978.
E’ successo questa notte intorno all’una, a Cinisi sulla strada statale 113 altezza del chilometro 288+800. Le cause sono in corso d’accertamento, secondo la ricostruzione dei carabinieri il rogo ha interessato il magazzino dell’esercizio commericale.
A seguito dell’incendio sono stati danneggiati i motori delle celle frigorifere e dei condizionatori.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Palermo che hanno provveduto a domare le fiamme, e che dovranno effettuere un altro sopralluogo per poter verificare le cause. Non si registrano feriti o danni.
In merito alla vicenda indagano i carabinieri della Stazione di Cinisi e della Compagnia di Carini.
"Ho qualche dubbio sulla causa accidentale dell'incendio. Mi auguro che i vigili del fuoco abbiano ragione, ma da settembre a oggi registro una serie di fatti inquietanti che mi fanno pensare ad altre cause". Così Giovanni Impastato, fratello di Peppino, il militante di democrazia proletaria ucciso da Cosa Nostra nel 1978, commenta i primi accertamenti sul rogo che la notte scorsa ha devastato il magazzino della pizzeria di Cinisi di cui è titolare. "Le indagini stanno facendo luce - dice ma mi sembra strano pensare a un corto circuito all'esterno, nel periodo invernale, all'aperto. Aspettiamo i risultati definitivi, quel che è certo é che quest'estate hanno incendiato il negozio di frutta e verdura accanto al locale che avevamo dato in gestione; nella retata del 15 novembre scorso, tra gli arrestati per mafia a Carini, c'era anche un fiancheggiatore, Salvatore Rugnetta, che davanti al nostro negozio vendeva pesce; inoltre abbiamo denunciato energicamente un giro di prostituzione gestito da rumeni e lo sfruttatore è venuto a protestare in modo provocatorio nella nostra pizzeria". "Non sono una persona che approfitta delle circostanze - conclude Impastato - ma questi fatti criminosi, in successione, mi creano qualche timore e mi fanno pensare a un incendio doloso. Spero di essere smentito".