Venerdì 27 Dicembre 2024

Lampedusa si svuota

LAMPEDUSA. Portando in processione la Madonna di Porto Salvo, protettrice dei pescatori, Lampedusa prova a dimenticare manganelli e sassaiole. La tensione immortalata dalle brutte immagini di guerriglia urbana, con le cariche della polizia contro gli extracomunitari che minacciavano di fare esplodere tre bombole di gas vicino al distributore di benzina, ha lasciato il posto alla preghiera. L'isola sembra volersi mettere alle spalle una pagina "triste", come l'ha definita il vescovo di Tunisi Maroun Lahham che ha celebrato l'omelia per la messa che ha aperto la festa della patrona. Ma proprio mentre i fedeli si stringevano attorno alla statua, una motovedetta della guarda di finanza è uscita in mare per soccorrere un barcone con una sessantina di tunisini, avvistato a 35 miglia a sud dell'isola.
Nell'isola c'é la consapevolezza che dopo gli scontri qualcosa nel rapporto con gli immigrati è destinato a cambiare. Una sensazione che qualcuno non riusciva a nascondere durante la processione con la statua della Madonna portata in spalla mentre si udiva in cielo il rombo di uno degli otto C-130 militari che dall'alba di oggi hanno fatto la spola tra l'aeroporto di Palermo e quello di Lampedusa per trasferire i maghrebini. In meno di 48 ore, come aveva garantito il Viminale, il Cie è stato quasi svuotato. Nel centro, segnato dalle lamiere annerite dei capannoni bruciati, entro domattina non ci sarà più nessuno. Cinquecento nordafricani, tenuti a vista dai poliziotti in assetto antisommossa per l'intera giornata, sono stati trasferiti a bordo dei veicoli militari nello scalo palermitano, da lì condotti nel porto e imbarcati sulle navi Moby Fantasy e 'Audacia' della compagnia Gnv con destinazione altri centri d'identificazione. Cento clandestini, invece, sono stati rimpatriati con due voli della compagnia Mistral.
"La situazione è sotto il nostro controllo", ha assicurato il questore di Agrigento Giuseppe Bisogno, volato a Lampedusa subito dopo gli scontri. Sull'isola alla fine rimarranno 140 tunisini (120 sono minori), ospitati nell'ex base Loran e in un residence a Cala Creta.
Per l'incendio dei padiglioni del Cie, la Procura di Agrigento ha disposto il fermo di quattro tunisini ritenuti gli autori del rogo; la polizia inoltre ha eseguito altri sette fermi: 4 presunti scafisti di uno degli sbarchi avvenuti nei giorni scorsi e tre migranti che sono rientrati in Italia dopo essere stati già espulsi. Gli investigatori stanno visionando i filmati delle telecamere di alcuni negozi vicini al distributore di benzina, dove sono avvenuti gli scontri. Al vaglio ci sono le posizioni sia di alcuni immigrati, in particolare di chi ha
minacciato di fare esplodere le bombole, sia di alcuni lampedusani.
In tanti però resta l'amarezza per avere vissuto qualcosa che poteva essere evitata. Almeno questa è la linea della chiesa. "Sono molto amareggiato. Quello che stanno facendo adesso, parlo dei trasferimenti, avrebbero potuto farlo dieci giorni fa", commenta il parroco di Lampedusa, padre Stefano Nastasi. "E' stato triste vedere gente che scappava, dare botte, che minacciava altra gente", aggiunge il vescovo Lahham che ai tunisini ha detto di "non sputare nel piatto dove mangiano". "Questa è un isola bella e accogliente, ma che soffre. Vi si chiede uno sforzo al limite della capacità di sopportazione - ha aggiunto durante l'omelia - Quello che la popolazione di Lampedusa ha fatto è degno di ammirazione. E' ingiusto però chiedervi di continuare a portare questo fardello da soli". Un monito in linea con l'appello della Conferenza episcopale siciliana: "E' il momento che Lampedusa recuperi la calma per non disperdere un patrimonio prezioso, di accoglienza e reciproca comprensione". E "nel condannare ogni atto di violenza", sostengono i vescovi siciliani, "occorre fare leva sul senso di responsabilità di ciascuno, non ultimo quello dei migranti, dei rappresentanti delle istituzioni e della comunità". Intanto i migranti tunisini provenienti da Lampedusa che non sono stati subito rimpatriati in aereo da Palermo sono stati trasferiti su due navi che si trovano nel porto del capoluogo siciliano. Si tratta della Moby Fantasy e della 'Audacia' della compagnia Gnv, due traghetti utilizzati nei mesi scorsi per il trasferimento degli immigrati versi altri Cie di diverse regioni italiane.

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