AGRIGENTO. Serbatoi sui tetti, bottiglie di plastiche, piccole cisterne e bidoni pronti per l'arrivo delle autobotti private. E' il "kit" di cui la gente non può fare a meno ad Agrigento e Caltanissetta, le due città più "assetate" della Sicilia. Qui l'acqua viene distribuita a singhiozzo e in alcuni casi i rubinetti rimangono a sesso per diverso tempo. A Caltanissetta l'acqua viene erogata a giorni alterni in tutta la città: lunedì centro storico, martedì periferie e così via. Il servizio è sempre garantito in zona 'Sanatorio', dove si trova l'Ospedale Sant' Elia e in via Firrio. "Non c'é il tempo nemmeno di fare il bucato o una doccia - dice Michela Di Benedetto, che abita in via Luigi Rizzo - l'acqua arriva a giorni alterni e al massimo per un'ora e mezza la mattina dalle 7 alle 8.45". Eppure le bollette sono salate.
"Pago tra 70 e 80 euro ogni trimestre - prosegue la donna - in casa siamo solo io e mio marito. Quando l'Ente acquedotti siciliani gestiva il servizio, l'acqua veniva erogata per sette ore almeno, adesso viviamo con l'orologio puntato e il contagocce: se salta il turno, restiamo senza per tre o quattro giorni" . Va un po' meglio in periferia. "Il problema si avverte meno - dice Patrizia Costa, che abita in zona Calcare - i palazzi sono di nuova costruzione e dotati di cisterne condominiali. Il disagio lo avverte di più chi abita nel centro storico. Caltacque, la società che si occupa del servizio idrico integrato nella provincia di Calatanissetta, sottolinea che la spesa media è di 1,20 euro (costi del servizio fognatura e depurazione inclusi) per consumi annui compresi tra 150 e 200 mc. Non va certo meglio ad Agrigento. "Conviviamo con questo dramma da anni - si dispera Francesca Ricciardi, che abita in zona Fontanelle - l'acqua arriva ogni due o tre giorni, abbiamo le cisterne". Poi aggiunge: "Ho abitato in Veneto per molti anni, l'acqua arrivava tutti i giorni e costava anche meno. Qui ricevo un servizio minore a costi maggiori, è un problema di gestione".