LAMPEDUSA. Li hanno portati via sui mezzi anfibi che solitamente i marò utilizzano per sbarcare su spiagge ostili. Cinquanta alla volta, scortati da forze dell'ordine e soldati, dopo un'attesa di sei ore su una banchina del molo perché nessuno aveva comunicato al comandante di nave San Marco dove avrebbe dovuto portarli. Mentre l'ennesima carretta di disperati approdava al porto, tra gli applausi di coloro che erano già arrivati. Hanno lasciato così Lampedusa i primi 550 degli oltre 5mila migranti nordafricani che da giorni assediano l'isola, trasformata ormai in un quartiere di Tunisi. L'arrivo della unità anfibia della Marina Militare è stato salutato come un evento dagli abitanti, che dalle prime ore del mattino erano già piazzati sugli scogli a scrutare l'orizzonte.
Ma non certo perché l'arrivo della nave significa che l'emergenza è finita: sull'isola, nonostante i circa 1.200 partiti oggi con la San Marco e con gli aerei, ci sono ancora quattromila migranti e 230 minori in "condizioni inaccetabili" dice Save The Children. Piuttosto perché dopo giorni di niente, almeno qualcosa comincia a muoversi: "era ora, altre 48 ore così e saremmo dovuti scappare noi" dicono i pescatori che dalle loro barche osservano la San Marco affacciarsi davanti al porto alle otto di mattina. Le operazioni di imbarco, però, sono iniziate soltanto alle 14: sei ore servite, sostengono più fonti ufficiali a Lampedusa, per decidere dove mandare i migranti, visto che né da Roma né da Palermo era arrivata alcuna indicazione. E infatti il comandante del San Marco ha aperto il portellone della nave solo quando gli è stato comunicato ufficialmente che, una volta imbarcati gli extracomunitari, avrebbe dovuto fare rotta per il porto di Augusta. A quel punto le operazioni si sono svolte senza intoppi e sono andate avanti fino a sera, con gli immigrati in partenza che hanno raggiunto la banchina cantando e facendo con le mani il segno di vittoria. "Finalmente ce ne andiamo" dicevano molti di loro. Verranno portati, almeno questi primi 550, al villaggio della solidarietà di Mineo, dove il Viminale aveva però deciso di trasferire i richiedenti asilo provenienti dai Cara di tutta Italia.
E invece i migranti sbarcati a Lampedusa "sono clandestini, non rifugiati o profughi", come ha sostenuto anche oggi il ministro dell'Interno Roberto Maroni che venerdì riproverà ad andare in Tunisia dopo il fallito tentativo di oggi, per cercare di trovare un accordo che argini le partenze. Clandestini, dunque, nei confronti dei quali "si applicheranno le procedure previste dalla Bossi-Fini, ossia l'identificazione e il trattenimento nei Cie per procedere poi al rimpatrio, come avviene con tutti i clandestini". Anche per il ministro della Difesa Ignazio La Russa si tratta di "clandestini, che vanno identificati ed espulsi". A sua volta, nell'informativa alla Camera il sottosegretario all'interno Alfredo Mantovano ha detto che sulla nave "sono state imbarcate donne, minori e richiedenti asilo". "Non mi risulta che ci sia nemmeno una persona che abbia avanzato domanda d'asilo tra gli immigrati imbarcati sulla San Marco", gli ha risposto il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania, che ha parlato di una "colossale presa in giro e di un perfido inganno" da parte del governo. Anche secondo l'Unhcr, in questo momento, "a Lampedusa non vengono formalizzate le domande d'asilo". E visto il sovraffollamento del Centro e le condizioni in cui si trovano i migranti, "é diventato anche difficile fare la sola informativa sulle procedure" per avviare la richiesta. Senza contare che dall'inizio degli sbarchi, quelli che poi hanno fatto domando sono una "esigua minoranza".
Per Lampedusa, che siano clandestini o rifugiati, è una questione politica che fa poca differenza: l'importante è che siano partiti. Assieme agli altri 670 che con il ponte aereo sono stati trasferiti nei Cie di Bari, Foggia e Crotone. Una piccola boccata d'ossigeno visto che per la prima volta da giorni, il saldo tra arrivi e partenze è positivo. 1.200 in uscita, solo 150 in ingresso. L'isola resta comunque un grande accampamento a cielo aperto: con le tende realizzate dagli immigrati con teli e cartoni di fortuna che spuntano sugli scogli e sulle spiagge, i fuochi accesi la sera per cucinarsi qualcosa lungo le strade e sulla banchina del molo, le grotte, i garage aperti e ogni spazio coperto occupato dagli extracomunitari per evitare di passare la notte al freddo. "Lampedusa è conquistata dalla Tunisia - ha sintetizzato il presidente della Sicilia Lombardo, che ha chiesto un Cdm ad hoc - c'é un'emergenza igienico-sanitaria in atto". Domani è previsto mare calmo e sono già stati segnalati dei barconi in avvicinamento: gli sbarchi potrebbero riprendere gia nella notte.
Lampedusa inizia a svuotarsi, ma è ancora emergenza
Circa 1200 immigrati sono partiti oggi con la nave San Marco e con gli aerei, ma ci sarebbero ancora nell'isola più di 4000 clandestini
Caricamento commenti
Commenta la notizia