Lunedì 23 Dicembre 2024

La sfida di un prete di Palermo: "I gay? La Chiesa sbaglia a non accettarli"

PALERMO. Gli omosessuali non sono dei "diversi" da colpevolizzare, additare ed emarginare. Non sono degli "errori della natura": sono persone normali che, a differenza di quanto ha ribadito anche di recente il Papa, possono amarsi liberamente, formare una famiglia ed, eventualmente, adottare dei figli. Una "rivoluzione" in campo teologico sostenuta da un sacerdote palermitano, padre Cosimo Scordato, parroco della chiesa San Francesco Saverio all'Albergheria, un quartiere del centro storico della città, che si erge a convinto difensore dei diritti degli omosessuali.     
L'occasione per illustrare le sue convinzioni sui gay è stata offerta al parroco dalla presentazione del progetto "Prospettiva Queer", una rassegna cinematografica Glbt che si svolgerà da venerdì prossimo a Palermo, con incontri e dibattiti, sul tema dell'omosessualità. Proprio nel giorno in cui il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, ricorda che la famiglia è quella "fondata sul matrimonio tra uomo e donna, e aperta alla vita".    
"Dove c'é amore c'é Dio - dice Padre Scordato, durante la conferenza stampa - per questo la Chiesa, soprattutto ai più alti livelli, dovrebbe cambiare radicalmente il proprio pensiero". Il riferimento è al Vaticano e al Pontefice che, secondo il sacerdote, "ancora stentano ad accettare senza pregiudizi gli omosessuali".     
"I gay vengono trattati con diffidenza - precisa - se non addirittura con paura. Devo ammettere che anch'io quando ero seminarista, li guardavo con terrore, ma poi frequentandoli ho imparato a vedere le cose dal loro punto di vista e mi sono reso conto che non c'é nulla di sbagliato in loro".    
Per il parroco dell'Albergheria "sbaglia piuttosto, chi li considera come peccati contro natura e 'anormali'. Sono semplicemente persone che amano e che chiedono di essere amati: l'amore è uno dei principi fondamentali del sentimento cristiano. Per questo la Chiesa sbaglia a non accettarli".     
Padre Scordato non è nuovo a prese di posizione "eretiche" e in controtendenza: è stato, infatti, in prima fila negli anni Ottanta quando ha fondato il Comitato popolare antimafia a Casteldaccia, uno dei paesi del palermitano al centro di una sanguinosa faida tra clan. E ancora sull'onda del caso di Eluana Englaro ha organizzato in chiesa un referendum per fare decidere all'assemblea ecclesiale l'orientamento della comunità sulla sospensione della nutrizione in questo e in altri casi. Adesso, come già avvenuto in passato, il sacerdote torna a parlare delle unioni di fatto e dell'omosessualità, contestando le affermazioni pronunciate anche di recente da Benedetto XVI.     
"Il gay fa paura - spiega - perché è un elemento di disordine rispetto alla 'comodita' intellettualé della chiesa". Padre Scordato affronta anche il tema spinoso delle unioni tra omosessuali e delle adozioni. "Le coppie gay come quelle etero - osserva - costituiscono di fatto un nucleo familiare, anche se questo non vuol dire aprire tout court le porte alle adozioni. E' un tema che va approfondito" facendo, così, capire che non è una possibilità da escludere a priori.    
"L'essere gay - argomenta il sacerdote - non è una colpa o una diversità. Basarsi su un principio di 'natura' dell' uomo, che in quanto tale dovrebbe essere solo etero, è sbagliato perché altrimenti dovremmo accettare anche la legge naturale in base alla quale l'animale più forte vince sul più debole, una legge che fa a pugni con l'insegnamento del vangelo".   
Padre Scordato, nell'ambito della rassegna "Prospettiva Queer", organizzerà anche incontri rivolti ai genitori e ai bambini dell'Albergheria, il popoloso rione dove alcuni anni fa si registrarono numerosi episodi di pedofilia all'interno delle stesse famiglie dei minori abusati.

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