PALERMO. Vincenzo Rizzacasa, cui sono stati sequestrati beni per circa 30 milioni, avrebbe messo le sue imprese a disposizione del costruttore Salvatore Sbeglia, già condannato per mafia, per consentirgli di tornare in attività. Sulla base di questa ricostruzione della procura, la sezione misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo ha disposto il sequestro di beni per un valore di trenta milioni di euro a Rizzacasa, arrestato nel giugno scorso e scarcerato dopo due settimane. I giudici del Riesame stabilirono che l'imprenditore avrebbe favorito Sbeglia ma non l'intera organizzazione Cosa nostra, facendo cadere l'aggravante mafiosa. Il procedimento amministrativo, che oggi ha portato al sequestro, segue però un percorso diverso da quello penale.
Rizzacasa avrebbe costruito negli anni un immenso impero economico. Da semplice preside di una scuola in provincia di Messina ha iniziato la scalata nel mondo dell'edilizia partendo da una piccola impresa intestata al figlio Gianlorenzo. La svolta nel 2005, con la creazione dell'Aedilia Venusta che gli ha consentito di diventare uno degli imprenditori maggiormente impegnati nelle ristrutturazioni nel centro storico di Palermo. L'impresa si era aggiudicata la ristrutturazione degli ex Monopoli di Stato in via Generale di Maria.