Giovedì 02 Maggio 2024

Operazione Family, un pentito fa il nome di Cimino

PALERMO. Il collaboratore di giustizia Maurizio Di Gati, ex boss della provincia di Agrigento, cita l'ex assessore regionale siciliano, Michele Cimino (Pdl Sicilia), a proposito del finanziamento di un capannone del mercato ortofrutticolo a Castrofilippo. L'indicazione è contenuta nelle carte dell'ordinanza del gip di Palermo, che oggi ha portato all'arresto del sindaco di Castrofilippo, Salvatore Ippolito, e di altre quattro persone.
Secondo il pentito, per l'appalto sarebbero stati promessi "soldi sia al sindaco sia all'onorevole Cimino". Ippolito, dice Di Gati, "si è lamentato molto che hanno ritardato a darglieli, poi se glieli hanno dati anche a Cimino non so la cifra, io gli avevo promesso che se il lavoro lo facevo io, gli davo 80 mila euro al sindaco e in più la parcella che toccava all'onorevole Cimino". L'importo dei lavori era di 4,5 milioni.
Il collaboratore avrebbe saputo delle lamentele del sindaco da Angelo Alaimo, definito "sottocapo di Castrofilippo". I lavori li avrebbe realizzati Domenico Palilla.
Ma Cimino, deputato regionale del gruppo Pdl Sicilia, non ci sta: "Ho fatto della legalità e della lotta alla mafia il mio modus operandi - dice -. Sono notizie false e tendenziose. I finanziamenti per le opere - aggiunge - vengono erogati secondo delle procedure di competenza esclusiva della struttura del dipartimento e quindi dei dirigenti. L'atto finale è un decreto del dirigente generale".
"Voglio sottolineare - continua - che il sindaco di Castrifilippo non si riconosce e non si è mai riconosciuto nelle mie posizioni politiche. Sono assolutamente tranquillo e confido nella magistratura, sicuro che tutto sarà chiarito".

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