CATANIA. Il Gup di Catania, Francesca Cercone, ha rinviato a giudizio per omicidio volontario lo psicoterapeuta Michele Privitera, di 50 anni, accusato di avere ucciso, il 2 gennaio del 2008, durante una battuta di caccia, un suo paziente di 23 anni, Salvo Marco Zappalà. La prima udienza del processo si terrà il 19 ottobre prossimo davanti la Corte d'assise di Catania. Le indagini si erano prima indirizzate sull'ipotesi del suicidio del giovane, che da tempo soffriva di depressione e che per questo era in cura dallo psicoterapeuta dell'Asl 3. Era stato lo stesso Michele Privitera a chiamare i carabinieri e a raccontare che il giovane si era impossessato del suo fucile da caccia ed era scappato nascondendosi tra gli alberi dove si era suicidato. Successivamente ha cambiato versione raccontando che il giovane gli aveva improvvisamente strappato il fucile dalle mani e si era sparato sotto i suoi occhi, con un colpo alla tempia. Una ricostruzione che non ha convinto i sostituti procuratori Giuseppe Sturiale e Miriam Cantone che hanno chiesto il rinvio a giudizio dell'imputato. Il legale di Privitera, che sarà processato in stato di libertà, l'avvocato Nello Pogliese, ha contestato la tesi dell'accusa sostenendo la "mancanza di movente". Nel procedimento si sono costituiti parte civile i familiari del giovane acese, rappresentati dagli avvocati Enzo Mellia e Maria Grazia D'Urso.
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