Domenica 05 Maggio 2024

La corsa per una nuova Bellolampo

PALERMO. Un’emergenza dietro l’altra. Un progetto dietro l’altro. Non c’è tregua per Bellolampo. Il timore di una Palermo assediata da montagne di rifiuti è altissimo. Ed ecco allora la corsa contro il tempo. La quinta vasca nuova di zecca non è ancora operativa e già si progetta una prosecuzione. E poi, dopo, sarà necessaria un’alternativa. Il sopralluogo di giovedì che spazza via ogni dubbio sulla capienza della quinta vasca, 170 mila metri cubi e tre-quattro mesi al massimo abbancando spazzatura in deroga alle normali pendenze, ha avuto un effetto. L’accelerazione su progetti, summit e finanziamenti. Ora c’è la consapevolezza che bisogna correre per realizzare una nuova Bellolampo. «I tempi sono stretti, ma c’è la volontà di intervenire, il dialogo va avanti a ritmi serrati col governo di Roma con quello regionale e col Comune. L’emergenza è nazionale e ne abbiamo la consapevolezza», ammette Sebastiano Sorbello uno dei commissari che oggi gestice l’Amia (l’altro è Paolo Lupi).
Proviamo a tracciare il ruolino di marcia di Bellolampo. La quarta vasca sarà attiva fino al 30 giugno (guadagnati venti giorni grazie a piccoli aggiornamenti tecnici); la quinta vasca dura, nella migliore delle ipotesi, altri tre-quattro mesi, cioè ottobre-novembre 2010. Ed ecco che per dare spazio ai duemila metri cubi di spazzatura conferiti ogni giorno a Bellolampo si sta già lavorando a un collegamento tra quarta e quinta vasca, per il quale occorre tecnicamente un parere del ministero e un progetto completo in ogni parte. L’unione tra le due vasche darebbe un’autonomia, secondo i primi calcoli, di altri sei mesi. Ed arriviamo così al mese di aprile del 2011. E dopo? Quale destinazione per i rifiuti del capoluogo siciliano? Spiega ancora il commissario dell’Amia Sorbello: «Un’ipotesi è quella di realizzare una discarica nell’area che doveva essere utilizzata per il termovalorizzatore, ma è solo un’ipotesi. Ci sono altre alternative allo studio e dovremo sciogliere il nodo entro poco tempo, Noi non vogliamo imporre soluzioni». Quella del termovalorizzatore, per intenderci, è quella che gli addetti ai lavori chiamiano ex area Pea, alcune decine di ettari a poca distasnza dalle vasche già piene di rifiuti. Oggi gravato da un contenzioso tra il gruppo Falck che lì doveva realizzare l’inceneritore, il sito potrebbe ospitare, secondo i primi calcoli, una discarica da quattro milioni di metri cubi. «Ma sarebbe necessario andare per lotti funzionali, in modo da realizzare già una prima parte che potrebbe essere operativa a partire dalla prossima primavera», afferma Federico Vagliasindi, il docente universitario di Catania ed esperto nominato dai commissari dell’Amia. Vagliasindi ha anche incassato la piccola vittoria sui numeri. Era lui a sostenere che la quinta vasca, i cui progettisti sono l’ingegnere Manlio Averna e il dottor Maurizio Croce, ha una base di 26 mila metri quadri e non potrà contenere più di 170 mila metri cubi senza deroghe sulle pendenze. Il sopralluogo tra i tecnici si è svolto giovedì scorso. E ha fatto chiarezza sulla capienza della quinta vasca di Bellolampo su cui lo stesso sindaco Cammarata aveva chiesto chiarimenti al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Perché dalla prefettura arrivavano invece cifre diverse e più ottimistiche. Che adesso sono state smentite. Intanto domani cominciano le trivellazioni per capire quanto percolato c’è sotto i rifiuti di Bellolampo, un dato molto atteso. Anche perché pende un’inchiesta della Procura che vede indagato lo stesso sindaco Cammarata per disastro doloso.

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