PALERMO. I carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno notificato cinque ordinanze di custodia cautelare ad altrettanti presunti capi del mandamento mafioso di Resuttana. Per tutti l'accusa è di associazione mafiosa ed estorsione. I provvedimenti sono stati emessi dal gip su richiesta della dda del capoluogo.
L'inchiesta, condotta dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo, è una prosecuzione dell'indagine che, negli ultimi mesi, ha portato all'arresto di 37 persone tra vertici e affiliati al mandamento e al recupero dell'arsenale di armi dei capimafia di San Lorenzo Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Decisivo è stato il contributo del neopentito Manuel Pasta che ha ricostruito la mappa del racket delle estorsioni. Le rivelazioni del pentito sono state confermate da molte vittime del pizzo che, superando le iniziali resistenze, davanti alle contestazioni degli investigatori, hanno ammesso di aver pagato e hanno fornito nuovi dettagli importanti per l'identificazione degli estortori. Cinque i taglieggiamenti contestati agli indagati: prova che, nonostante l'intensa attività repressiva svolta dalle forze dell'ordine, il racket continua ad esercitare la sua pressione in tutta la città.