Manchester City per Inter e Juventus, Real Madrid per Milan e Atalanta: con la nuova Champions subito sfide stellari
Beppe Marotta la definisce «fascinosa», Franco Baresi preferisce sottolineare che «saranno importanti i gol segnati», per l’ad del Bologna Claudio Fenucci «sulla carta possiamo fare bene le quattro gare in casa, ma dovremo ragionare di partita in partita». Di sicuro a prima vista questa nuova Champions con girone unico a 36 squadre appare un rompicapo. Al punto che l’Uefa ha avuto il buon gusto di scherzare su se stessa, con il video diffuso prima del sorteggio in cui tanti ex campioni cercavano di capire come funzionasse questa inedita formula, e poi con lo scambio di battute fra il presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin, e Zlatan Ibrahimovic, che a un certo punto pronuncia anche la parola «Superlega» e viene subito zittito da Ceferin. Alla fine, però, con Gigi Buffon che estraeva dalle palline i foglietti con i nomi delle squadre e Cristiano Ronaldo che premeva il pulsante del computer che ha formato il calendario, il dado è stato tratto. Gli amanti della statistica, e della storia calcistica, avranno anche preso nota che il primo nome in assoluto venuto fuori è stato quello del Manchester City, poi via allo scorrere di stemmi delle squadre che andavano a collocarsi nelle caselle a loro destinate. Così alla fine sono venute fuori sfide da leccarsi i baffi come Real Madrid-Borussia Dortmund, quindi subito una rivincita dell’ultima finale, Bayern-Psg, Psg-Man City e Liverpool-Real Madrid mentre l’Atalanta ha avuto in sorte sia il Barcellona, in trasferta, che il Real Madrid, in casa, e anche l’Arsenal. Inter e Juventus hanno trovato il Manchester City del superbomber Haaland, mentre il Bologna, che torna sulla massima ribalta europea a distanza di 60 anni, dovrà vedersela con rivali del calibro del Dortmund, del Liverpool e delle due squadre di Lisbona. Grandi match, contro i Reds, che hanno appena preso Federico Chiesa, e con il Real del grande ex Carlo Ancelotti, anche per il Milan, ma al di là della raffica di partite, minimo otto per ogni squadra, rimane l’impressione di una competizione ancora difficile da capire, perché a prima vista macchinosa. Ma alla fine, come sempre avrà il suo irresistibile fascino nonostante faccia aumentare il numero degli impegni e quindi anche il logorio fisico e atletico dei suoi protagonisti.