Domenica 24 Novembre 2024

Raspadori chiede spazio: «Spalletti è sempre lui, trasmette carica in ogni istante»

Giacomo Raspadori

Ambizione, voglia di stupire e soprattutto di prendersi il suo spazio. Parole e grinta da vendere targate Giacomo Raspadori che in vista di Italia-Spagna chiede spazio assicurando che gli azzurri non devono necessariamente giocare con una punta strutturata. «Me lo sto giocando al massimo, il nostro obiettivo è di mettere in difficoltà, impegnandoci al massimo in allenamento, il mister nelle scelte per cercare di avere la propria occasione». L’attaccante del Napoli non si sente sottostimato nonostante sia reduce da una stagione che lo ha visto quasi mai protagonista. «Assolutamente no, sono all’interno di un gruppo di giocatori fortissimi - indica Raspadori - che gioca un Europeo con la maglia della nazionale. Sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti di altri giocatori se mi sentissi sottostimato. Sicuramente nell’ultimo periodo mi è mancata la continuità ma non bisogna mollare mai per farsi trovare sempre pronti». Inevitabile per Raspadori parlare del Ct azzurro dal quale è stato allenato a Napoli diventato campione d’Italia: «Spalletti è sempre lui, trasmette carica in ogni istante. Il tempo a disposizione rispetto a un club è meno e noi dobbiamo essere bravi ad assimilare il più possibile il suo credo per avere un’identità. Sei in nazionale da 3 anni ma sei stato titolare solo al Sassuolo. Inizi a scalpitare? Sono un ragazzo ambizioso e voglio ritagliarmi più spazio possibile. A 24 anni non mi considero più un giovane del calcio ma lavoro per crearmi più continuità». Per l’attaccante azzurro non è necessario per l’Italia avere per forza un bomber di peso: «All’Italia serve un centravanti di struttura alla Osimhen? «Non è un requisito fondamentale, ma in certe partite può essere utile. Ma in un contesto di gioco organizzato si può anche avere un attaccante che si tira fuori e crea spazi». Il tema «giovani», poi, è uno dei più ricorrenti quando si parla con Raspadori: «Quello della cultura dei giovani è un problema che va avanti da tempo in Italia: qui uno a 24 anni è considerato giovane poi magari all’estero hanno già 150-200 partite da titolare. Io non mi reputo giovane e spero che ci sia l’opportunità di far giocare e far sbagliare i giovani. A Sassuolo con De Zerbi io ho avuto questa fortuna, non è scontato in Italia». Titoli di coda sul suo prossimo futuro al Napoli di Antonio Conte: «Mi ha chiamato, ma adesso sono focalizzato su questo Europeo che è il sogno di tutti i ragazzi. Riflessioni sul futuro? Il mio obiettivo è quello di fare un’annata da protagonista e avere continuità. Non siamo ancora entrati in discorsi, ancora è presto e non ho ancora conosciuto di persona Conte. E’ troppo presto per parlarne e non siamo nemmeno nella sede opportuna».

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