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Frattesi indica la strada della voglia di lottare per la gara contro la Spagna: «Serve lo spirito all'italiana»

La Spagna si può battere, ma «serve lo spirito italiano». Carattere, polmoni e voglia di stupire, firmati Davide Frattesi che, in vista della seconda sfida dell’Italia agli Europei di calcio in Germania contro le Furie Rosse a Gelsenkirchen (giovedì 20 giugno alle 21), traccia la strada che gli azzurri devono seguire se vogliono portare a casa un risultato positivo.

L’Italia, avverte il centrocampista dell’Inter diventato un punto fermo del commissario tecnico Luciano Spalletti, non dovrà cercare di vincere i duelli individuali, ma dovrà puntare sul carattere e la predisposizione al sacrifico e alla lotta. «Soprattutto in questo momento la Spagna individualmente è avanti rispetto a noi - spiega Frattesi in conferenza stampa a Iserlohn, quartier generale degli azzurri in Germania -, dobbiamo metterla sullo spirito e sul sacrifico in campo. E così speriamo di vincere. Se la mettiamo sul piano dei duelli sarà difficile, Rodri è il centrocampista più forte del mondo».

Con la Roja sarà una partita diversa rispetto al match d’esordio vinto contro l’Albania: «Sicuramente con la Spagna avremo meno possesso rispetto all’Albania, ci sarà da essere più attenti in fase difensiva, ma avremo anche più spazio in attacco e dovremmo essere bravi sfruttare le occasioni che ci lascerà la Spagna. I punti di forza della Spagna sono il palleggio - indica l’azzurro - e la fase di possesso, la Spagna è una grande squadra e non concederà tante occasioni».

Tra i temi affrontati da Frattesi oltre ad una digressione sull’intervento politico di Mbappè («È giusto che dica la sua») anche la sua presenza maggiore (e con più gol) in Nazionale rispetto al club e la «marcatura ad uomo» del ct durante la prima partita: «Spalletti mi richiama spesso? La prendo bene, vuol dire che ha fiducia in me». E sul giocare meno all’Inter: «Credo non sia mai facile calarsi il primo anno in una squadra arrivata in finale di Champions, la mia gestione di parte di Inzaghi credo sia stata giusta. Forse dovrei mettermi la maglia della Nazionale sotto quella dell’Inter. Il blocco Inter? Essere stati insieme tutto l’anno aiuta molto - dice Frattesi -. A volte non c’è nemmeno bisogno di parlarsi, tutto viene in automatico. Un po' come per me in certe azioni con Scamacca. Qualcosa di quanto fatto al Sassuolo ce lo siamo portati qui». E sul sentirsi più riposato di altri, dice: «A metà. La cosa stancante di una stagione spesso sono i viaggi. Poi uno più gioca, più prende condizione; e si è stanchi più che altro a livello mentale. Sarebbe sempre meglio il contrario».

Il finale è dedicato al tempo libero a Iserlohn tra ping pong, biliardo e play station nella sala giochi allestita in albergo: «Il tempo libero in ritiro lo passiamo prevalente lì, nella sala giochi, ci sono play station, ping pong, biliardo e flipper. Il dopo cena è un paio d’ore lì, tutti insieme. È lì che si forma il gruppo. Con molti ho legato anche così, come con El Shaarawy, a ping pong facciamo dei bei due contro due. Scamacca invece la spara sempre. A biliardo sono forti Pellegrini e Bastoni».

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