La palla sul caso Acerbi-Juan Jesus passa alla Procura della Federcalcio. Il difensore dell’Inter si è incontrato oggi con la dirigenza nerazzurra per chiarire la situazione, dopo l’accusa di aver utilizzato un insulto razzista nei confronti del giocatore del Napoli domenica sera a San Siro. Un vertice ad Appiano Gentile in cui Acerbi avrebbe confermato la sua linea, dicendo quindi di non avere mai utilizzato insulti razzisti verso Juan Jesus come spiegato anche ieri pubblicamente ai giornalisti al suo ritorno dal confronto con il Ct, Luciano Spalletti, che lo ha escluso dalla nazionale in partenza per gli Usa. L’Inter resta così in attesa degli sviluppi della vicenda dal punto di vista della giustizia sportiva. Il giudice sportivo della Lega Serie A, Gerardo Mastrandrea, non ha preso decisioni in merito, chiedendo un supplemento di indagine da parte della Procura Federale. «Letto il referto del direttore di gara - recita il dispositivo pubblicato in mattinata -, ritiene necessario che venga approfondito da parte della Procura federale per riferire a questo giudice, sentiti se del caso anche i diretti interessati, quanto accaduto tra il calciatore del Napoli Juan Jesus ed il calciatore dell’Inter Francesco Acerbi circa eventuali espressioni di discriminazione razziale proferite da quest’ultimo nei confronti del calciatore del Napoli». In particolare, l’udienza dei due giocatori andrà in scena nei prossimi giorni - probabilmente non domani visto che la dirigenza interista sarà a Firenze per la camera ardente di Joe Barone, dg della Fiorentina scomparso oggi - , con la possibilità inoltre per la Procura Figc non solo di acquisire tutte le immagini ma anche di poter chiedere di ascoltare qualcun altro dei testimoni, dall’arbitro La Penna ai giocatori che erano in campo nella sfida di domenica sera a San Siro. Se le indagini federali confermassero l’insulto di stampo razzista, la contestazione per Acerbi riguarderebbe la violazione dell’articolo 28 del Codice di Giustizia Sportiva sui «comportamenti discriminatori». Una violazione per cui le sanzioni sono tutt’altro che leggere: «Il calciatore che commette una violazione di cui al comma 1 è punito con la squalifica per almeno 10 giornate di gara o, nei casi più gravi, con una squalifica a tempo determinato». In sostanza, quindi, Acerbi avrebbe già chiuso la sua stagione in largo anticipo, con il rischio anche di rimanere escluso dai convocati per il prossimo Europeo in Germania.