Da calciatore ha sempre dimostrato di avere visione e voglia di prendersi responsabilità importanti. Ora da allenatore Fabio Liverani, ex del Palermo, dovrà riuscire a fare lo stesso per provare a tirare fuori dalle sabbie mobili della classifica la Salernitana. Una sfida dall’elevato coefficiente di difficoltà ma che il tecnico romano ha sposato con entusiasmo e raziocinio. Al suo gruppo, sin dal primo allenamento, ha chiesto «un pizzico di follia nel voler fare fatica», ribadendo la necessità di diventare squadra.
«Non c’è tanto tempo - ha sottolineato Liverani in conferenza stampa - ma la volontà di costruire qualcosa sì, partita dopo partita, senza scadenze a lungo termine o tabelle. I valori individuali sono medio alti ma ad oggi il collettivo ha espresso poco. Dobbiamo diventare squadra. Se ho accettato è perché credo si possa ambire ad avvicinare le squadre davanti a noi».
Il 47enne ha firmato un contratto di cinque mesi: «Ci conosceremo, ci valuteremo. Non ho mai giocato per un contratto», le parole del tecnico della Salernitana che punta molto sull’aspetto ambientale. «Chiedere qualcosa ai tifosi non è facile, siamo noi a dover dare qualcosa, atteggiamento, determinazione, fame di poter finire la partita stremati e con orgoglio. Se noi diamo qualcosa, la gente ricambierà con tantissimo».
Il primo banco di banco di prova sarà subito impegnativo: venerdì la Salernitana affronterà l’Inter in trasferta. «Non possiamo fare tante prove in vista dell’Inter. L’avversario è fortissimo, non abbiamo tempo ma ogni partita è una possibilità per fare punti», ha sottolineato Liverani.
A scommettere su di lui è stato Walter Sabatini, dirigente che lo conosce da oltre venti anni e che è ancora convinto di poter centrare la salvezza, seppur la percentuale «sia passata dal 5% al 3.5%».
Il dg granata ha voluto rivolgere un messaggio anche a Pippo Inzaghi, tecnico esonerato. «Mi scuso con Inzaghi perché non l’ho aiutato abbastanza. Il mercato di gennaio l’ho portato avanti un pò a rilento anche per una serie di episodi che mi hanno condizionato. Gli auguro tutta la fortuna di questo mondo». Parole che, tuttavia, hanno provocato la replica stizzita di Super Pippo che, confermando di aver «provato per due volte a scuotere l’ambiente dall’interno, paventando le mie dimissioni», è passato al contrattacco. «Ho sposato il progetto con trasparenza e quest’ultima è ciò che avrei voluto, soprattutto sul mercato che, a mio avviso è stato tardivo e non in linea», l’affondo dell’ex tecnico.
«A poco servono oggi le frasi consolatorie del direttore Sabatini, anche perché non vedo il senso di chiedere scusa su un proprio errore e tagliare la testa ad un altro. Io vivo per il calcio e per la lealtà che mi ha insegnato è per questo che amo la tifoseria, perché è leale e purtroppo è ciò che vorrei anche all’intero dell’ambiente ma forse sono utopico», conclude Inzaghi.
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