Sabato 16 Novembre 2024

Udine dice no alla cittadinanza onoraria per Maignan

Mike Maignan

Il Consiglio comunale di Udine ha bocciato la proposta di concedere la cittadinanza al portiere del Milan Mike Maignan, offeso con ingiurie razziste durante la partita contro l’Udinese allo stadio Friuli, il 20 gennaio scorso. Per far passare la proposta non erano sufficienti i voti della sola maggioranza ma occorrevano i tre quarti dei voti dei consiglieri. La minoranza di centrodestra ha votato in modo compatto contro la proposta del sindaco Alberto Felice De Toni, a capo di una amministrazione di centrosinistra. A votare contro, nel corso della seduta odierna del consiglio comunale sono stati 13 consiglieri, a favore la maggioranza con 25 voti. Nessuna astensione. «Prendo atto con dispiacere che il centrodestra non è stato al nostro fianco in questo delicato momento. Si è persa l’occasione per dimostrare che la nostra città è unita e che si distanzia nettamente da ciò che è accaduto, che, per quanto frequente in diversi stadi e messo in atto da pochi singoli, non rappresenta minimamente la città. Né tanto meno i nostri tifosi», è stato il commento a caldo del sindaco De Toni. «Il nostro intento era duplice: una forte presa di posizione, altamente simbolica, contro ogni tipo di discriminazione. E la difesa della nostra città e dei nostri tifosi da accuse ingiuste», ha proseguito il sindaco. De Toni ha fatto notare che molti ministri - Piantedosi, Abodi, Salvini - dello stesso colore dei consiglieri che oggi hanno votato contro «hanno tenuto una linea durissima contro gli insulti razzisti avvenuti allo stadio Friuli». Diverso il tono dell’opposizione, affidato all’ex sindaco, il leghista Pietro Fontanini: «Sono convinto che la cittadinanza non debba essere conferita perché potrebbe sembrare un’azione riparatoria per una colpa che i friulani non ritengono di avere». «Per prassi e tradizione - ha proseguito Fontanini - la cittadinanza onoraria si riconosce a personalità che hanno concretamente contribuito al benessere socio-culturale dei cittadini». La vicenda di Maignan «non rientra in queste fattispecie», che, tuttavia, «vanno senza dubbio, in modo fermo, condannate».

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