Terremoto alla Uefa dove Zvonimir Boban (nella foto) ha deciso di farsi da parte. Da Nyon arriva l’annuncio di una «separazione di comune accordo» con l’ex calciatore, arrivato nel 2021 come direttore tecnico e responsabile negli anni di progetti come l’Uefa Football Board e lo Youth Football Forum. Ma dietro l’addio di Boban c’è la questione della modifica allo statuto che di fatto consentirebbe all’attuale presidente, Aleksander Ceferin, di prolungare la sua permanenza fino al 2031. Il tema era stato portato alla luce il mese scorso dal «Daily Mail» che riferiva di una sorta di guerra interna negli uffici di Nyon, scoppiata durante l’Esecutivo di Amburgo, dove Ceferin e i suoi alleati avrebbero proposto di modificare lo statuto Uefa in modo da consentire al dirigente sloveno di candidarsi alla scadenza (2027) per un ulteriore mandato. Proposta che dovrebbe essere sottoposta al Congresso del prossimo febbraio a Parigi ma che starebbe trovando parecchia resistenza. E la conferma arriva dallo stesso Boban che in una lettera al «New York Times» spiega le ragioni che lo hanno spinto ad andare via.
«Nonostante abbia espresso la mia più profonda preoccupazione e totale disapprovazione, il presidente della Uefa non ritiene che ci siano problemi legali con le modifiche proposte, per non parlare di questioni morali o etiche, e intende andare avanti a prescindere nel perseguimento delle sue aspirazioni personali», la posizione dell’ex milanista. Da Nyon ribattono che la modifica proposta è semplicemente un modo per fare chiarezza nello statuto e preservare «il principio legale secondo cui la retroattività non dovrebbe applicarsi». Il fronte pro-Ceferin, come riferiva il «Mail» qualche settimana fa, sostiene che il primo mandato non sarebbe da considerarsi pieno essendo subentrato a Platini con due anni e mezzo davanti di presidenza anzichè quattro, ecco perchè ci sarebbe spazio per un ulteriore quadriennio. Lo stesso Ceferin, in una recente intervista al «Telegraph», ha minimizzato la questione, mettendo in dubbio anche la possibilità di andare avanti: «In realtà non ho ancora deciso se ricandidarmi o meno. A essere onesti, sono molto stanco. Vedremo». Ma per Boban, come riporta il «NY Times», dopo che proprio sotto la presidenza di Ceferin sono state introdotte delle regole «per proteggere la Uefa e il calcio europeo dalla cattiva governance che purtroppo per anni è stata il modus operandi di quello che viene spesso definito il vecchio sistema», ora «il suo allontanamento da questi valori - il riferimento a Ceferin - va oltre la comprensione». Partecipare a queste modifiche «andrebbe contro tutti i principi e i valori in cui credo con tutto il cuore e che sostengo - la chiosa di Boban - Non sto cercando di essere una sorta di eroe, soprattutto perchè non sono il solo qui a pensarla così».
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