Si è temuta la stessa guerriglia che lo scorso marzo, per Napoli-Eintracht, provocò la devastazione di piazza del Gesù, ieri sera a Napoli, quando circa 250 ultras tedeschi sono usciti dagli alberghi, dov’erano stati accompagnati dalla Polizia, con il chiaro obiettivo di provocare la reazione delle frange estreme della tifoseria azzurra. Le forze dell’ordine, in assetto anti sommossa, sono riuscite a evitare il contatto spingendo i facinorosi lontano dai rivali: gli scontri ci sono comunque stati, in diversi punti del centro, ma solo con polizia e carabinieri. Devastati gli arredi urbani, danneggiati veicoli e negozi. A ricostruire la dinamica di una notte difficile è stato il questore, Maurizio Agricola, che ha convocato una conferenza stampa. Complessivamente sono undici gli ultras dell’Union Berlino, ma anche della tifoseria del Borussia Moenchengladbach, storica rivale di quella partenopea e gemellata con l’Union, finiti in manette. Per loro è anche in arrivo il Daspo internazionale. Dopo essersi rifiutati di sottoporsi ai controlli nella stazione ferroviaria di Piazza Garibaldi, gli ultras tedeschi, alle 20.40, vestiti in maniera simile, jeans, una felpa beige e travisati con una bandana rossa, si sono resi protagonisti di gravi episodi di devastazione e resistenza. Per tutta la notte la Digos, coordinata dal primo dirigente Antonio Bocelli, ha passato al setaccio centinaia di filmati registrati da telecamere di video sorveglianza e i video delle forze di polizia. «Gli scontri con le forze dell’ordine sono stati voluti e ricercati dalla tifoseria tedesca», ha detto il questore Agricola, «ma il contatto è stato evitato grazie al lavoro preventivo delle forze dell’ordine». Il problema, ha proseguito, è che «con la polizia tedesca non c’è stato un feedback completo», che avrebbe consentito di prevenire i blitz: «non c’è stata grande collaborazione, non ci sono state fornite informazioni sull’arrivo degli ultras tedeschi a Napoli». Dopo la retata, buona parte degli ultras tedeschi protagonisti degli scontri hanno lasciato nel pomeriggio la città. Ma i biglietti venduti ai supporter dell’Union sono stati 2.400 e la maggioranza di questi hanno raggiunto Napoli solo oggi, accolti da un dispositivo di sicurezza ulteriormente rafforzato, con un servizio d’intercettazione all’aeroporto, nella stazione ferroviaria di Napoli Centrale e sull’autostrada A1. Dopo l’individuazione e i controlli, i tifosi sono stati canalizzati negli spazi della Stazione marittima e da qui trasportati allo stadio con dei pullman. E proprio nei pressi del Maradona, poco prima della partita, si sono registrati alcuni dei contatti tra gli ultras delle opposte tifoserie: scontri di lieve entità, comunque, subito sedati dalle forze dell’ordine. Il dispiegamento predisposto dalla Questura è quello delle grandi occasioni: circa 900 gli uomini e le donne in servizio per garantire l’ordine pubblico. «Questi non sono tifosi ma criminali e devastatori. Non dovevano proprio arrivare a Napoli, non dovevano mettere piede nella nostra città», afferma il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che si chiede: «Chi rimborserà i commercianti, i cittadini e il comune di Napoli per i danni causati da questi trogloditi? Da una stima approssimativa si parla già di devastazioni per 200mila euro». E’ la stessa domanda - «Chi paga i danni?» - che si pone il presidente della Camera di Commercio di Napoli e provincia, Ciro Fiola, mentre il consigliere comunale Luigi Musto punta l’indice contro «il Viminale che si è fatto trovare impreparato pur sapendo che la tifoseria dell’Union Berlino non è nuova a queste prodezze».