Bobby Charlton, leggenda del calcio inglese, è morto all’età di 86 anni. Lo ha annunciato la famiglia. Era ritenuto tra i più forti giocatori della storia e secondo alcuni il più forte calciatore inglese in assoluto. Sir Robert Charlton era nato ad Ashington l’11 ottobre 1937. Ricopriva la dodicesima posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer e la decima posizione nella classifica dell’IFFHS. Vinse il Pallone d’oro del 1966 dopo aver conquistato con l’Inghilterra il titolo mondiale nello stesso anno. Bandiera del Manchester United, guidò da capitano i Red Devils alla conquista della loro prima Coppa dei Campioni. Fino al 21 maggio 2008 ha anche detenuto il record di presenze (758) con la maglia del club inglese, poi superato da Ryan Giggs. Sopravvisse al disastro aereo di Monaco di Baviera, quando il 6 febbraio 1958 morirono 23 persone. E’ stato nominato cavaliere dalla regina Elisabetta II nel 1994. Dopo aver cessato l’attività di calciatore, è stato per anni un manager sportivo, sempre con i colori dello United. «E’ con grande tristezza che condividiamo la notizia che Sir Bobby è morto serenamente nelle prime ore di sabato mattina. Era circondato dalla sua famiglia», si legge in un comunicato diffuso dalla famiglia Charlton. “Desideriamo ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alle sue cure e le tante persone che lo hanno amato e sostenuto». Nel 2020 a Charlton era stata diagnosticata la demenza, malattia degenerativa che non gli aveva più permesso di assistere alle partite all’Old Trafford. Lo United ha pubblicato una foto di Charlton su X (Twitter) con la didascalia: «Le parole non saranno mai abbastanza». Debuttò con lo United nel 1956, vincendo nella sua lunga carriera tre campionati e una FA Cup all’Old Trafford e, dopo aver lasciato lo United nel 1973 per diventare manager del Preston, è tornato all’Old Trafford 11 anni dopo come direttore del club. Nel 1994 è stato nominato cavaliere per i servizi resi al calcio. «Sir Bobby era un eroe per milioni di persone, non solo a Manchester o nel Regno Unito, ma ovunque si giochi a calcio in tutto il mondo», si legge ancora. «Era ammirato tanto per la sua sportività e integrità quanto per le sue eccezionali qualità di calciatore. Sir Bobby sarà sempre ricordato come un gigante del gioco».