Chi si aspettava a breve una sfilata di volti noti del calcio davanti agli uffici torinesi della Procura dovrà attendere. Almeno fino a quando i magistrati avranno acquisito e vagliato le chat in cui potrebbero esserci elementi utili all’indagine sulle scommesse. Quelle scommesse su siti privi di licenza che potrebbero diventare un piccolo contrattempo dal punto di vista legale, ma un gigantesco scoglio per la carriera dei calciatori coinvolti (per ora si contano tre indagati) se effettuate su eventi sportivi, sbattendoli all’improvviso fuori dal campo e per tempi non di poco conto. Le copie forensi dei loro cellulari verranno acquisite presumibilmente questa settimana, con le convocazioni apposite dei legali, e soltanto dopo servirà eventualmente procedere con quelle per sentirli di persona.
L’inchiesta della procura federale, guidata da Giuseppe Chinè, parte da quella della magistratura ordinaria di Torino. La squadra mobile della polizia si occupa di un fascicolo che s’innesta su un’indagine della Direzione distrettuale antimafia su scommesse illecite con obiettivi di riciclaggio di denaro o di illeciti guadagni di ingenti somme. Una parte che non riguarda i calciatori indagati.
I nomi per ora sono quelli di Nicolò Fagioli, juventino, Nicolò Zaniolo, ex attaccante della Roma e ora all’Aston Villa, e Sandro Tonali, ex milanista e ora al Newcastle, e sono una sorta di scoperta collaterale. Potrebbero essere chiamati a rispondere solo di ‘esercizio abusivo di attività di gioco e di scommessà, reato previsto dalla legge 401 del 1989, punito con un’ammenda e l’arresto fino a tre mesi, ma con la possibilità di uscire dal processo versando una somma a titolo di oblazione. In sostanza hanno scommesso nei siti sbagliati, siti illeciti. Non c’è tra gli indagati Nicola Zalewski, terzino polacco della Roma, chiamato in causa da Fabrizio Corona nelle sue rivelazioni da social sulla vicenda. E neppure è scontato che finisca indagata dalla magistratura l’intera decina di nomi che il fotografo ha annunciato di fare via via: Le prossime rivelazioni martedì dopo la partita della nazionale.
Il rischio per le carriere sportive invece è tangibile. Sarebbe uno schiaffone, se l’indagine condotta dalla procura federale dovesse portare all’accertamento della violazione dell’art. 24 del Codice di giustizia sportiva, che si occupa del “divieto di scommesse e obbligo di denuncia», al comma 3 parla di una squalifica non inferiore ai tre anni (può arrivare fino alla radiazione), che con patteggiamento o collaborazione alle indagini può ridurre la pena da un terzo fino a oltre il 50%. Il Codice va oltre, obbliga i professionisti a informare subito la Procura della Figc se si viene a sapere di scommesse di altri, singoli o società.
Intanto emergono sulla stampa altri particolari. Sembrerebbe che della questione Fagioli sapesse Leo Bonucci che però è estraneo alle scommesse. La Juve del resto ha già reso noto di avere informato la Figc, non appena saputo dell’eventuale coinvolgimento di Fagioli. «Siamo dispiaciuti per lui, noi ci siamo subito attivati con la Procura federale. Non servirà solo punire il ragazzo, ma serve rieducare il sistema», dice il suo direttore sportivo, Cristiano Giuntoli, che parla dal Festival dello sport di Trento. L’aiuto serve, parola anche di Zlatan Ibrahimovic, ex compagno di Tonali: «So poco di questa storia, non ho mai sentito nulla da lui, non l’ho mai sentito stare male. Se è malato di gioco, occorre aiutarlo, perché è come una droga. Bisogna capire se ha giocato al casinò, anch’io l’ho fatto. Poi, certo, se uno scommette sul calcio è un’altra storia».
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