Tre indizi fanno una prova: il Milan è lì dove merita di essere e dopo l’1-0 al Verona e l’1-3 di Cagliari, piega anche la Lazio con due gol. Per farlo, dopo metà gara alla pari, nella ripresa sfodera cattiveria, agonismo e qualità quando l’avversario va in debito di ossigeno. Anche perché era stato un primo tempo a velocità folle, con errori e una sola vera occasione a pochi secondi dall’intervallo che sbatte sul palo. Decidono Pulisic e Okafor, addolcendo una serata che ha la sola amarezza del nuovo stop per infortunio di Loftus-Cheek. Le premesse per una partita di livello c’erano tutte: la Lazio affamata di punti, nonostante il 2-0 al Torino nell’infrasettimanale. In campo l’ex Romagnoli, con Castellanos al centro dell’attacco e Hysaj che vince il ballottaggio con Lazzari da esterno sinistro di difesa. Nel Milan, dopo il turno di riposo in Sardegna, torna Giroud al centro dell’attacco. Proprio nel giorno del suo compleanno numero 37 e dell’omaggio della Nazionale francese, che l’ha celebrato come suo «miglior marcatore della storia Blues». Maignan, smaltito il problema muscolare, si riprende la titolarità dei pali dopo e il terzo moschettiere francese è quell’Adli che tanto aveva impressionato all’Unipol Domus. I ritmi alti dell’avvio resteranno tali per tutti o primi tre quarti d’ora di gioco, nonostante il caldo del tardo pomeriggio. La prima occasione al minuto 12, con Felipe Anderson che scappa a sinistra sfruttando un’incertezza di Kjaer, alla terza da titolare delle ultime quattro. All’attaccante biancoceleste si apre un’autostrada, ma il sinistro non chiude e sbatte sull’esterno della rete. Ci prova ancora Anderson dalla distanza, prima che Loftus-Cheek esca a testa bassa per un nuovo problema muscolare attorno alla mezzora. La prima fiammata Milan poco dopo, con Pulisic che taglia di nuovo a rientrare, palla a Leao e stoccata sul primo palo che Provedel manda in angolo. L’occasione più nitida nel finale di tempo: cross dalla destra di Musah, girata di Giroud che costringe Provedel a intervento in due tempi, con il tacco di Reijnders da posizione defilata che sbatte sul palo esterno. Più che il goniometro, Adli prende in mano la cazzuola per cercare di architettare il gioco rossonero: quantità tanta, qualità quando serve. Come al 15’, quando cerca e trova il tocco di fino per Reijnders, che sulla sinistra prolunga per Leao: cross in mezzo per il nuovo movimento a rientrare di Pulisic che scaglia dentro l’1-0. Ci prova anche Musah che addomestica in area e fa volare Provedel a toglierla dal primo palo. È il segnale che Sarri aspettava per mettere in campo Immobile, dopo averlo definito disponibile «solo se la sua presenza sarà irrinunciabile». Ma è sempre Milan: ancora Pulisic e poi Reijnders, con timidi tentativi di Luis Alberto e Isaksen dall’altra parte. Finché Leao scappa a Casale, mette in mezzo dal fondo e Okafor si fa trovare pronto per timbrare il suo secondo gol consecutivo. Ci sarebbe tempo anche per un gran gol di Pedro nel recupero: un destro a giro sotto l’incrocio, che il Var annulla per fuorigioco di rientro di Immobile.