Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

«Era nostro padre», l'ultimo saluto a Carlo Mazzone

Funerale ad Ascoli per l'allenatore che in carriera ha collezionato più di 800 panchine. Monsignor Coccia: «Maestro di calcio e onestà»

La moglie Maria Pia bacia la bara ai funerali di Carlo Mazzone nella Chiesa di San Francesco a Piazza del Popolo

«Nonno è andato via solo dal mondo terreno. Oggi ha iniziato la sua partita per sempre con Dio e con Costantino Rozzi». Le parole di Vanessa Lancianese sintetizzano il senso del saluto che oggi pomeriggio è stato tributato a suo nonno Carletto Mazzone in occasione del funerale celebrato nella chiesa di San Francesco ad Ascoli. Una folla commossa ha salutato Mazzone, romano ma ascolano d’adozione, indissolubilmente legato al presidentissimo dell’Ascoli con cui condivise la prima serie A bianconera. Presenti alla celebrazione autorità, allenatori, ex giocatori, rappresentanze e stendardi di tante squadre che Mazzone ha allenato nella sua lunghissima carriera costellata di quasi 800 panchine.

Il tecnico è stato salutato da bandiere, striscioni, cori e applausi: «Carletto grazie di tutto», hanno scandito in coro i tifosi per salutare il feretro coperto dalle maglie di Ascoli, Perugia, Brescia, da sciarpe bianconere ascolane, e giallorosse romaniste. Mazzone se n’è andato sabato, a 86 anni, in punta di piedi, in antitesi rispetto al suo carattere talvolta strabordante ma sempre schietto e sincero. Un atteggiamento che ha accompagnato e caratterizzato la sua carriera durante la quale ha dato tanto al calcio, senza rimanere impigliato nei suoi meccanismi più controversi. «Carlo è stato un maestro di onestà, di libertà, di laboriosità e ciò ci aiuta nel cammino verso il regno dei cieli. - ha detto monsignor Piero Coccia, arcivescovo emerito di Pesaro, ex parroco della chiesa nella zona dove vive la famiglia Mazzone -. E’ stato un dono per noi tutti e attraverso lui il Signore ci ha fatto capire molte cose. Non aveva scheletri nell’armadio e il suo modo di essere stato libero e onesto deve essere un esempio». «In questa chiesa, ci sentiamo una grande famiglia composta da tante città - ha detto il vescovo di Ascoli Palmieri - che riconoscono Carlo come un padre. Non è facile salutare un padre ma lo faremo con gratitudine».

Fuori dalla chiesa è stato allestito un maxi schermo sul quale sono stati proiettati filmati di repertorio di Mazzone e di Rozzi. Tra i presenti alla cerimonia, oltre al presidente della Regione Francesco Acquaroli e il sindaco Marco Fioravanti, il presidente del Brescia Massimo Cellino, gli ex portieri azzurri Gianluca Pagliuca e Giovanni Galli, l’ex difensore del Perugia e allenatore Alessandro Calori, Roberto Muzzi, coordinatore tecnico delle giovanili del Cagliari, tutta la squadra dell’Ascoli guidata dall’allenatore William Viali e dal presidente Carlo Neri, gli allenatori Peppe Iachini, Fabrizio Castori, Walter Alfredo Novellino. Mazzone, ha ricordato monsignor Coccia, «ai suoi giocatori amava spiegare che la vita è come il pallone che prima si gonfia e poi si sgonfia: ha insegnato loro che era ed è fondamentale mantenere l’umiltà, concetto fortemente evangelico». In occasione del funerale ad Ascoli è stato proclamato il lutto cittadino. «Carlo Mazzone da Ascoli non se ne andrà mai. - ha detto il sindaco Fioravanti - La sua storia e quella della città si intrecciano in maniera indissolubile. Sarà nostro compito mantenere viva la sua memoria».

Nella foto la moglie Maria Pia bacia la bara ai funerali di Carlo Mazzone nella chiesa di San Francesco a Piazza del Popolo

Tag:

Caricamento commenti

Commenta la notizia