«Con programmazione e metodo a Palermo si possono raggiungere risultati inimmaginabili». Così l’amministratore delegato del club rosanero, Giovanni Gardini, che ha fornito la ricetta per essere competitivi. Il dirigente ha toccato diversi punti durante l’intervista, tra cui il pareggio amaro ottenuto dalla squadra contro il Brescia: «Il finale lascia sicuramente un po’ di rammarico – ha ammesso - anzi molto rammarico, perché siamo arrivati a pochi minuti da poter disputare i playoff e quindi questo sicuramente ci lascia l'amaro in bocca. Però dobbiamo considerare come abbiamo cominciato la stagione, da dove siamo partiti, e quindi riteniamo che questo alla fine possa essere considerato un risultato positivo, perché abbiamo centrato gli obiettivi che ci eravamo posti all'inizio della stagione. Eravamo in vantaggio di due gol e poi la Reggina con una rete al 94esimo ci ha fatto arrivare noni». Gardini vuole guardare però il bicchiere mezzo pieno: «Dobbiamo considerare come si arriva ad ottenere certi risultati che si ottengono attraverso il metodo, la programmazione, il cercare di migliorare giorno per giorno il lavoro che si va a costruire. Da questo punto di vista non possiamo che essere soddisfatti in considerazione del fatto che vincere è il nostro obiettivo. Però dobbiamo star bene attenti a non vincere per casualità. Quest'ultima non produce nessun tipo di beneficio se non il piacere momentaneo – ha continuato senza mezzi termini l’Ad rosanero -. Noi invece dobbiamo creare le solide basi per avere un club importante nella massima serie. Il tempo è quello che ci vorrà, che si renderà necessario». L’ultimo match è stato contrassegnato da una bordata di fischi che ha accompagnato i giocatori fuori dal rettangolo verde: «Che i tifosi siano scontenti è un loro diritto, è corretto. Ci hanno sostenuto per tutta la stagione e avere portato 32 mila persone allo stadio in occasione dell'ultima partita decisiva contro il Brescia è un motivo di orgoglio e un motivo di soddisfazione ma anche un grandissimo senso di responsabilità. Perché significa che questa piazza e questi tifosi meritano quello che stanno cercando di chiedere. E noi abbiamo il dovere di portarli dove loro vogliono e quindi è ancora maggiore la responsabilità che ci sentiamo tutti noi addosso». Programmazione e metodo, le due parole più volte pronunciate da Gardini nel corso dell’intervista. Un percorso, che necessariamente ha bisogno di continuità tecnica. Ed è per questo che l’amministratore delegato ha eliminato ogni dubbio sulla conferma di Corini in panchina: «Eugenio è un tecnico preparato, capace, determinato, una persona seria, un grandissimo lavoratore. Lui e il suo staff. L'abbiamo scelto dopo un'attenta analisi, anche in considerazione del fatto che è stato il capitano di questa squadra, forse nel periodo più fulgido della storia del Palermo. Ed era quindi ben consapevole di quelle che erano le responsabilità e le pressioni in cui sarebbe incorso allenando il Palermo. Però la sua personalità che in campo dimostrava e che ha portato i risultati ad essere uno dei centrocampisti più apprezzati, ha dimostrato anche quest'anno di averla come allenatore, mantenendo la barra dritta nei momenti di difficoltà, non scoraggiandosi dopo un periodo complicato all'inizio, accettando una sfida così gravosa di responsabilità e di pressioni come quella di allenare una squadra come il Palermo. Riteniamo che il lavoro fatto dallo staff tecnico sia stato un lavoro molto positivo». «Il prossimo anno dobbiamo alzare il livello - ha proseguito - dobbiamo essere competitivi per la promozione in serie A. Non ci vogliamo nascondere ma non vogliamo neanche essere presuntuosi o promettere qualcosa che non siamo in grado di poter di poter garantire». Il futuro vincente passa anche dal rinnovamento del Barbera, e Gardini lo sa bene: «L’obiettivo è cercare di rendere lo stadio il più funzionale possibile per cercare di dare più possibilità ai nostri tifosi di godere della partita e quindi mettere a loro disposizione spazi più confortevoli. Cercare di rendere lo stadio più facilmente accessibile. È uno stadio bellissimo, ne abbiamo avuto più di una dimostrazione quest'anno». Infine, una promessa ai tifosi: «Dobbiamo soltanto ringraziarli e dire loro che faremo di tutto, ma veramente di tutto, di quello che è nelle nostre possibilità professionali, per renderli orgogliosi di questi colori che sono unici al mondo».