Dopo due pareggi il Napoli torna alla vittoria con la Fiorentina, ma per i già incoronati campioni d’Italia - e per il pubblico - più che il risultato conta ancora una volta la festa. Il «Maradona» è pieno zeppo sugli spalti di maglie azzurre, di striscioni e di bandiere e quel che accade in campo in fondo è un dettaglio, una sorta di divertente prologo alla gioia che verrà. La vittoria arriva con un rigore di Osimhen che in precedenza aveva sprecato un’altra occasione, facendosi ribattere da Terracciano un tiro dal dischetto. Spalletti cambia inizialmente quattro uomini rispetto alla squadra che ha pareggiato in settimana a Udine. Entrano Gollini, Ostigard, Demme e Raspadori e questa decisione è dovuta probabilmente più alla volontà di dare spazio a qualcuno tra i giocatori che ne ha avuto meno finora che a valutazioni di carattere tecnico o atletico. Italiano ritrova Amrabat e si affida quale unica punta a Jovic che Sottil, quando può, affianca nei tentativi offensivi. Il primo tempo scorre via noioso e privo di grandi emozioni. Il Napoli non conclude mai pericolosamente verso la porta di Terracciano, mentre sull’altro fronte si fa notare Jovic in particolare per una conclusione che impagna Gollini in una deviazione non del tutto agevole. Nella ripresa Spalletti, che a fine primo tempo è stato costrettoa a fare entrare in campo Kvaratskhelia al posto dell’infortunato Lozano, sostituisce Raspadori con Zielinski e Demme con Lobotka. E uno spunto proprio dello slovacco, che si avventa in area su un errato disimpegno della difesa dei viola, determina la concessione di un calcio di rigore, causato da una spinta di Amrabat. E’ il 2’ di gioco e un gol del Napoli potrebbe cambiare il corso della gara. Osimhen, però, si fa respingere il tiro da Terracciano e anche Di Lorenzo, sulla ribattuta, non riesce a mandare il pallone in rete. Il Napoli tuttavia appare più determinato e tiene più spesso di quanto non sia avvenuto nella prima frazione di gioco la Fiorentina bloccata nella propria metà campo. Gli uomini di Spalletti trovano più spazi in attacco e Osimhen al 18’ colpisce la traversa con un pallonetto sull’uscita del portiere avversario. La splendida condizione di Kvaraskhelia cambia il corso della partita, Il georgiano affonda nella difesa avversaria e al 28’ dopo una serpentina si prepara alla conclusione quando viene atterrato da Gonzalez. Zielinski vorrebbe calciare il rigore ma Osimhen lo convince a lasciargli il pallone. Questa volta il nigeriano fa centro, spiazzando Terracciano. La Fiorentina reagisce e si procura una buona opportunità che viene però sprecata da Gonzalez. Fino al termine si susseguono una serie di ribaltamenti di fronte con Kvaratskhelia che continua a seminare il panico nella difesa della Fiorentina, anche se il Napoli non riesce a concretizzare i suoi attacchi. Gli ultimi minuti si giocano in un clima di festa generale, in un rumore assordante che proviene dagli spalti, tra uno sventolio di bandiere e cori infiniti che suggellano la conquista del tricolore. Marchetti fischia la fine della partita e la festa può avere inizio.