C’è una soglia che la Lazio di Maurizio Sarri non riesce a superare: è quella delle cinque vittorie di fila, un limite che la sconfitta all’Olimpico contro il Torino ha di nuovo evidenziato.
I biancocelesti non perdevano in campionato da più di due mesi, dall’11 febbraio contro l’Atalanta, ed erano reduci da quattro successi consecutivi, tra cui quelli nel derby e con la Juventus. Eppure il Toro riesce a rallentare la corsa dei capitolini, sempre secondi a 61 punti ma ora a rischio sorpasso da parte della Juventus, che si trova appena due lunghezze sotto e domani affronterà il Napoli.
Contro i granata, gli ultimi quattro incroci per la Lazio erano stati altrettanti pareggi, di cui tre con Ivan Juric sulla panchina dei piemontesi: il tecnico croato ritrova Mattia Zaccagni, suo pupillo al Verona, e riesce a ingabbiare l’inventiva non solo del numero 20 biancoceleste ma anche di Milinkovic e Luis Alberto con un pressing asfissiante e una discreta dose di interventi fallosi o al limite.
Si parte col brivido, visto che Zaccagni impegna di testa Vanja Milinkovic-Savic, fratello di Sergej, dopo appena un minuto di gioco: il portiere si fa sfuggire il pallone, poi lo recupera sulla linea. E’ una gara dura, con tanti contrasti non fischiati da Ghersini e per i quali la Lazio protesta. I granata si fanno vedere dalle parti della porta biancoceleste con Radonjic, ma Provedel para d’istinto col piede. Il ritmo di gioco è rallentato da tante interruzioni, poi al 43’ il risultato cambia: mancino di Ilic da fuori area, Provedel non è impeccabile e si fa bucare.
Nella ripresa aumentano le occasioni da gol (prima Zaccagni manda fuori di poco, poi Radonjic viene fermato da Provedel) e anche le ammonizioni, visto che Ghersini rimedia al metro di giudizio generoso del primo tempo. Per scuotere gli animi della Lazio, Sarri si gioca la carta Immobile: a soli sei giorni dall’incidente stradale che lo aveva visto coinvolto assieme alle sue due figlie, il capitano entra per Pedro e viene accolto da un boato immenso. D’altronde l’amore verso l’attaccante in questi giorni non è mai mancato, come testimoniato dallo striscione «Ciro, uomo, padre, campione sul campo e nella vita».
L’ingresso di Immobile, tuttavia, non raddrizza le sorti della Lazio, visto che il Torino tiene botta fino all’ultimo nonostante il quasi assedio subito. Per gli aquilotti è una sconfitta che non compromette la corsa alla Champions League, ma accende una spia: per restare tra le prime quattro, non saranno ammessi altre sconfitte contro squadre di mezza classifica.
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