Venerdì 22 Novembre 2024

La Viola batte la Juve e torna in Europa, l'Empoli gela la Dea, Lazio-Verona pari-show

La Fiorentina festeggia l'Europa ricordando capitan Astori

La Fiorentina torna in Europa dopo 6 anni e ci riesce battendo la Juventus per 2-0: il massimo per i tifosi viola che alla fine hanno fatto festa insieme ai giocatori corsi sotto la curva Fiesole, indossando maglie con l’immagine di Davide Astori, mentre il Franchi con la musica sparata a mille si trasformava in una discoteca a cielo aperto. Vincenzo Italiano, al primo successo personale contro i bianconeri, in due anni di A, è riuscito a salvare lo Spezia e a riportare dopo 6 anni la Fiorentina in Europa (in Conference League, la competizione che vede la Roma finalista mercoledì prossimo contro il Feyenoord): è stato Duncan a sbloccare la partita nel recupero del primo tempo, poi Nico Gonzalez su rigore assegnato per un fallo di Bonucci sul neoentrato Torreira ha raddoppiano al 92’, festeggiando con la stessa esultanza del connazionale Batistuta, con la mitraglia. Il tutto sotto lo sguardo del fischiatissimo Vlahovic che, però, alla fine, è stato l’ultimo della Juve a lasciare il campo, fermandosi ad abbracciare uno a uno gli ex compagni: in fondo un bel pezzo di questa Europa è anche merito suo e dei suoi gol (17) realizzati con i viola prima di essere ceduto a gennaio ai bianconeri. Dal canto suo la Juve saluta con un altro ko questa stagione deludente (mai così male dal 2010/11 con Delneri alla guida) e senza trofei: un finale amarissimo soprattutto per Chiellini e Dybala nel match dell’addio. La loro squadra, però, non ha dato nulla, non un tiro e neppure un guizzo: solo con Del Neri hanno, all’ultima partita con questo club, pensavano di lasciare. La Fiorentina è scesa in campo consapevole di doversi giocare, davanti ai propri tifosi, le possibilità di qualificazione europea duellando alla distanza con l’Atalanta. La Juventus, già certa del 4° posto e dell’accesso alla prossima Champions, si è presentata con Chiellini, Dybala con Kean e nel mezzo ancora il baby Miretti. Locatelli si faceva segnalare per un gesto di fair-play, ammettendo di avere deviato il pallone in angolo, tra Igor e Kean erano scintille (giallo per entrambi, l’attaccante juventino diffidato salterà la prima del prossimo campionato, come Rabiot anche lui ammonito). Fino al 46’ quando con Duncan, su assist di Bonaventura, approfittava di una leggerezza difensiva per andare a segno facendo esplodere il Franchi: la rete è stata convalidata dopo un check al Var per un contatto fra Piatek e Chiellini da cui il capitano della Juve è uscito sanguinante al volto e al fischio dell’arbitro è corso subito negli spogliatoi da dove non è rientrato. Chiellini ha chiuso così la sua lunga e vittoriosa avventura in bianconera: nella ripresa è entrato al suo posto Rugani e la fascia è andata al braccio di Dybala (l’altro giocatore al capolinea con la Juve) ma non è stato l’unico cambio, Allegri ha tolto Perin per inserire il terzo portiere Pinsoglio, all’esordio stagionale. La notizia del vantaggio dell’Empoli a Bergamo infiammava ancor più il popolo viola, il raddoppio su rigore di Gonzalez (al 7/o centro) dava il via alla festa di Firenze.

Dopo 5 anni l'Atalanta resta senza Europa

«Resta a Bergamo» e «Vinceremo il tricolor», gridano i tifosi della curva a Gian Piero Gasperini. La doccia fredda di Stulac, missile all’incrocio da 20 metri e oltre su apertura di Bajrami a 11» dal 90’, è il sigillo alla prima Atalanta gasperiniana fuori dall’Europa dopo un quinquennio di gloria. Seconda vittoria azzurra di tutto il girone di ritorno (14 punti sui 41 totali), ma a Bergamo non hanno fatto molto meglio (21 su 59), chiudendo con 4 soli successi interni. Superato facilmente il duplice scoglio della zampata lemme di Henderson al volo sul crossetto di Stojanovic (2’) e del sinistro da fuori di seconda di Bandinelli (5’), i nerazzurri prendono campo e Vicario deve scomodarsi per negare il vantaggio a Zapata, vedendoselo sbucare di testa (9’) su palla di Boga (destro fuori centro al 13’) e subito dopo di destro dal vertice contestuale, appoggiato da Koopmeiners per il tiro a incrociare. Se da parte toscana l’unico duetto con La Mantia sfocia nel destro diretto al sette solo nelle intenzioni dell’impreciso Cutrone (8’), di qua il forcing è continuo: passata la mezz’ora servono il guantone del prestito cagliaritano e il polpaccio della mezzala polacca per salvare su Koopmeiners dalla distanza e Djimsiti in gioco aereo sull’angolo susseguente. I bergamaschi si confermano poco pungenti: a 10’ dall’intervallo, con Viti (ripetutosi al 41’) a frustrare il centravanti in asse con Pasalic, fanno 12 conclusioni di cui la metà respinte. In avvio di ripresa brivido per Musso che fa la saponetta sul traversone di Cacace, ma Zurkowski lo grazia sparando alle stelle da ottima posizione. La traversa dice di no a Boga al decimo sul fraseggio Pasalic-Freuler. Lo sciupio vero è alle soglie della mezz’ora, quando Asllani tenta un disimpegno all’indietro e Pasalic calcia di sinistro in Curva Nord. Lo 0-1 è una doccia gelata, quindi il piedone di Vicario a rinnovare il duello con Zapata respingendogli il sinistro sottomisura (36’) servito da Boga, il saluto di Ilicic, assente dal 9 gennaio nel 6-2 di Udine, al proprio pubblico e il colpo di frusta zapatesco su scavino di Pessina (43’) rintuzzato stavolta con la complicità del montante. Al 2’ di recupero niente da fare anche per l’incornata di Demiral su palla di Palomino dopo il quindicesimo tiro dalla bandierina.

Lazio-Verona, 6 gol per un punto

È con uno spettacolare pareggio che si conclude il campionato della Lazio: all’Olimpico, gli uomini di Sarri impattano 3-3 col Verona in una partita segnata da tanti addìi. Prima che inizi la partita Ciro Immobile viene premiato come miglior attaccante della Serie A 2021/22, poi a Giovanni Simeone bastano 6’ per portare gli scaligeri in vantaggio: Faraoni arriva sul fondo dalla destra, il suo cross arriva a Lazovic, che scodella al centro per il Cholito, preciso di testa. La Lazio reagisce con un traversone dalla destra su cui Luiz Felipe non arriva per un pelo. E’ una sfida frizzante: la squadra di Tudor trova il raddoppio con una saetta mancina di Lasagna da fuori area che, prima timbra entrambi i pali, poi si spegne in porta. Il 2-0 ospite sveglia la Lazio, che accorcia lo svantaggio col primo gol nella Capitale di Jovane Cabral, un piattone su assist di Felipe Anderson. Proprio l’esterno brasiliano riporta il match in parità con un destro in controbalzo prima della mezz’ora. La Lazio inizia la ripresa con un gran piglio, vincendo molti duelli e mettendo in difficolta il Verona con un giro palla veloce; a quel punto Milinkovic, in quella che potrebbe essere la sua ultima partita in biancoceleste, si prende la scena e sfiora due volte il gol (con uno slalom sublime prima, con un colpo di testa poi), ma è il subentrato Pedro a suggellare la rimonta laziale, con un tap-in dopo che Berardi aveva parato il tiro di Felipe Anderson. Sarri concede la passerella a Lucas Leiva, all’ultima partita in biancoceleste dopo cinque stagioni. Il regista brasiliano entra al posto di Cataldi e riceve gli applausi dell’Olimpico. Nel frattempo il Verona riprende a spingere e grazie a un’invenzione di Bessa Hongla realizza a porta vuota il 3-3, convalidato dopo il controllo Var. Con 66 punti e l’accesso all’Europa League, la Serie A 2021/22 della Lazio si conclude positivamente.

leggi l'articolo completo