Sono giorni difficili per il calcio internazionale dopo la decisione da parte di 12 club di alcune nazioni di creare la Superlega. Interessi che, sia per i 12 fondatori ma anche per Uefa, sono quasi esclusivamente economici. In questi giorni vengono sbandierate da più parti le parole lealtà, sportività, senso di comunità ma alla base delle posizioni, sia della Superlega che della Uefa ci sono, purtroppo, i soldi. La Superlega è stata molto chiara: "Senza un rinnovamento radicale il calcio morirà" e con esso tutti gli investimenti economici, la Uefa, di contro, non vuole perdere l'egemonia e quindi anche la gestione di milioni di euro. Un muro contro muro che continuerà per mesi.
"La Super League può partire anche tra cinque mesi. Siamo pronti a sederci e parlare con la Uefa. Le loro minacce di esclusioni non sono comunque legali", ha detto questa mattina Anas Laghrari, segretario generale della Superlega, parlando del nuovo progetto in un’intervista a Le Parisien.
"Non sarà una lega chiusa, un quarto delle squadre sarà rinnovata ogni anno - spiega -. Vogliamo creare il miglior calcio, abbiamo il desiderio di organizzare una competizione che tutti vogliono vedere, che fa sognare la gente, i giovani per rinnovare un calcio che è entrato nella follia dei trasferimenti e dei soldi".
"Le giovani generazioni sono meno interessate al calcio - sottolinea Laghrari -, si concentrano sulla console o su altro e si collegano solo per le grandi partite. Ma questi big match ci sono raramente". E come esempio, cita la prossima semifinale di Champions League tra Real Madrid e Chelsea, "il primo incontro in assoluto tra questi due giganti del calcio europeo". "C'è anche una frustrazione tra i giocatori che vogliono giocare queste grandi sfide. aggiunge il segretario generale della Superlega - contro questi grandi giocatori, Neymar sognava di giocare contro Messi negli ottavi di Champions ma era infortunato e forse non giocherà mai contro Messi". Quanto alla nuova formula della Champions, Laghrari la boccia: "Difficilmente comprensibile".
Dure le parole del presidente della Fifa, Gianni Infantino, intervenendo durante il Congresso Uefa a Montreux in Svizzera: "Se alcuni 'eletti' scelgono di andare per la loro strada, devono pagare le conseguenze delle proprie scelte. Sono responsabili delle loro scelte. Concretamente vuol dire, siete dentro o siete fuori? Non si può stare a metà. Pensateci bene, tutti devono pensarci".
"C'è molto da buttare via per un gioco finanziario a breve termine di qualcuno. Le persone devono pensare davvero attentamente, devono assumersi la responsabilità". "Tutti devono pensare soprattutto ai tifosi e a tutti coloro che hanno contribuito a creare quello che il calcio europeo è oggi. Dobbiamo proteggerlo, è nostro compito proteggere il sistema sportivo europeo", ha aggiunto Infantino.
"Come l’Uefa, la Fifa è una organizzazione democratica, aperta. Tutti possono portare idee e proposte, ma con il giusto rispetto delle istituzioni, della storia e della passione di così tante persone. Spero che tutto torni alla normalità, che tutto venga sistemato, ma sempre con il rispetto, sempre agendo responsabilmente e sempre con solidarietà e nell’interesse di tutto il calcio", ha concluso il numero uno della Fifa.
Caricamento commenti
Commenta la notizia