Vittoria sofferta ma che consolida il quarto posto in classifica per l’Atalanta, quella ottenuta al Gewiss dagli uomini di Gasperini contro una buona Udinese. Gasperini sceglie le difesa a quattro con Toloi e Gosens esterni. Malinovskyi assiste le due punte, Muriel e Zapata. Gotti risponde con Okaka unica punta e Braaf poco dietro. Pronti via ed sono subito i nerazzurri a rendersi pericolosi con la coppia Muriel-Zapata che duetta a meraviglia. Ed è proprio Muriel al minuto 19 a portare avanti i nerazzurri con una conclusione che beffa Musso. La risposta dei bianconeri è un destro di Okaka che viene bloccato bene da Gollini. La gara è divertente: al 37' è Malinovskyi a provarci, ma Musso è attento. Nulla può però il portiere dell’Udinese al 44' quanto Malinovskyi imbuca in area per Muriel che scarta il portiere e deposita in rete. Prima della fine del primo tempo, l’Udinese la riapre con un preciso destro di Pereyra. La ripresa la gara è sulla stessa falsariga del primo con l’Atalanta che spinge e l’Udinese prova a pungere in contropiede. Al 61' si sblocca anche Zapata che con un piattone cala il tris. La squadra di Gotti non ci sta e dieci minuti dopo riapre ancora una volta il match con Stryger Larsen. Nei minuti finali girandola di cambi, con Ilicic che nei minuti finali ha anche il pallone per chiudere il match ma spreca calciando a lato. Vince l’Atalanta, Udinese battuta 3-2.
Sette gol, quattro vittorie consecutive e altri tre punti pesanti per il Napoli, nessuno e ancora troppe reti subite per il Crotone. Finisce 4-3 al Maradona una partita che gli azzurri vincono soffrendo e...regalando e che i calabresi perdono, pur lottando ad armi pari. Tanti gol, troppi errori, ma alla fine il Napoli cala il poker ed era quello che serviva per continuare a inseguire il quarto posto. Si comincia con Insigne he riceve il premio della Lega come MVP di marzo e il capitano, schierato a sinistra nel 4-2-3-1 di Gattuso che prevede Osimhen unica punta e Bakayoko-Fabian Ruiz in mezzo, dimostra subito di essere in forma. Ma in generale difese da rivedere, attacchi in palla e al "Maradona", dopo poco più di mezz'ora si è già sul 3-1 per gli azzurri. Al 19° la sblocca proprio Insigne che mette dentro su assist di Di Lorenzo (Cordaz beffato da una doppia deviazione), tre minuti dopo è sempre il capitano a triangolare con Fabian Ruiz e a servire un assist in sforbiciata che Osimhen deve solo appoggiare in rete. Azione spettacolare e 2-0. Non bene la difesa calabrese, ancora peggio quella campana che al 25° permette a Simy (erroraccio di Manolas) di riaprire il match. Al 34°, però, la punizione di Mertens dal limite è perfetta: 3-1. Nel finale di tempo a salvare il Crotone è prima Cordaz (parata su Osimhen), poi la traversa sul tiro ancora di Mertens. Il Crotone, che non aveva iniziato male, paga gli errori difensivi, ma il 3-5-2 di Cosmi, con la qualità di Messias e Benali, dà l’impressione di poter fare male a un Napoli altrettanto distratto nel reparto arretrato. Nella ripresa dentro Pereira per Rispoli e Vulic per l’ex Ounas, ma a rimanere negli spogliatoi è soprattutto la squadra di Gattuso che al 3° concede il gol del 3-2 a Simy (doppietta per lui) e, al 14°, regala il clamoroso 3-3 a Messias che ruba facilmente palla a Maksimovic e batte Meret. Due minuti prima ancora una magia di Insigne (ma anche qui su un errore crotonese) che dai 40 metri sfiora il gol dell’anno. Sul 3-3 Gattuso cambia: fuori Politano e Bakayoko, dentro Lozano ed Elmas, ma al 72° è Di Lorenzo (che già era andato vicino al gol) a salvare gli azzurri, con una bella azione e un sinistro in area che non lascia scampo a Cordaz: 4-3 e tre punti fondamentali in chiave Champions per un Napoli che infila il quarto successo consecutivo. Situazione disperata per il Crotone, concreto in avanti, inadeguato in difesa (74 i gol incassati". Nel finale Cosmi mette dentro il 19enne cileno Rojas.
Altro passo falso della Roma in campionato e la zona Champions si allontana. I giallorossi pareggiano per 2-2 in casa del Sassuolo, facendosi rimontare per due volte: dopo l’iniziale vantaggio di Pellegrini su rigore nel primo tempo, nella ripresa Traore firma il pareggio. Bruno Peres illude Fonseca, quindi a cinque minuti dal termine Raspadori trova la rete della definitiva parità. Non il miglior modo per la squadra capitolina per presentarsi alla sfida contro l’Ajax nell’andata dei quarti di Europa League. Dopo un avvio favorevole ai neroverdi, vicini al gol con l’azione personale di Boga e con la conclusione di Maxime Lopez che centra il palo con Pau Lopez in uscita, sono i giallorossi a rendersi pericolosi con il tiro di Carles Perez respinto da un ottimo intervento di Consigli. Lo spagnolo è il più ispirato dei suoi e con uno slalom gigante in area costringe Marlon al fallo. Per Pairetto non ci sono dubbi e i giallorossi ottengono un calcio di rigore perfettamente trasformato da Lorenzo Pellegrini al 26'. Nella ripresa spinge sull'acceleratore la squadra di De Zerbi e serve un miracolo di Pau Lopez su Raspadori a evitare il pareggio, che però arriva esattamente sul calcio d’angolo che ne consegue. La difesa giallorossa è spaesata su una spizzata in area e Traore si ritrova tutto solo sulla linea di porta e può appoggiare di petto in rete in posizione regolare. Gli spazi si aprono da una parte e dall’altra ma l’atteggiamento degli emiliani è troppo spregiudicato. A venti dal termine torna in vantaggio la Roma proprio dagli sviluppi di un contropiede che buca la difesa altissima degli avversari: El Shaarawy pesca l’accorrente Bruno Peres che arriva in corsa sulla corsia di destra e calcia di prima trovando la via del gol. Quando tutto sembra lasciare presagire a un successo dei giallorossi, Raspadori gela Fonseca e trova a cinque minuti dal termine il gol del nuovo pareggio neroverde, complice una fase difensiva rivedibile degli ospiti costretti così a perdere altri due punti per strada.
La Lazio festeggia Pasqua battendo al fotofinish per 2-1 lo Spezia, nella 29esima giornata di Serie A. Allo stadio Olimpico di Roma succede tutto nel secondo tempo, al vantaggio di Lazzari al 56' risponde l’eurogol del pareggio al 73' di Verde. All’88' però Caicedo sigla su rigore il gol che regala la vittoria padroni di casa. Lutto al braccio per i biancocelesti in ricordo di Daniel Guerini, il giovane della Primavera scomparso tragicamente in un incidente stradale. Per lui anche un minuto di silenzio prima dell’inizio del match e una scritta in tribuna Tevere: "Ciao Guero 10". Vivace l’avvio di partita, con occasioni da entrambe le parti - Correa e Milinkovic-Savic tra tutti - e lo Spezia in campo senza paura. Piccoli e Gyasi collezionano le migliori chance. Si fa sentire l’assenza di Luis Alberto, rimpiazzato con Pereira da Inzaghi, che poi manda in campo lo spagnolo nella ripresa. Anzi sul finire di primo tempo, i liguri vanno vicinissimi al vantaggio con Maggiore: la palla sfiora l'incrocio facendo correre un brivido alla difesa biancoceleste. Inizia il secondo tempo e Correa si divora l’occasione di passare avanti, Zoet gli chiude lo specchio della porta. L’argentino trova un piccolo riscatto servendo a Lazzari, al 56', il pallone giusto da spedire in rete per l’1-0 che sblocca la partita in favore della Lazio. La squadra di casa preme per chiudere i conti ma lo Spezia non molla le speranze di pareggiare. Fa bene perchè l'eurogol di Verde al 73' in mezza rovesciata, su assist di Gyasi, permette di agganciare l’1-1. Il finale è incandescente, l'arbitro Giua va a rivedere al Var un tocco di gomito di Marchizza. E’ rigore, sul dischetto va Caicedo (in campo per Immobile) e all’88' sigla il 2-1 decisivo. Espulso nel recupero Lazzari per fallo di reazione su Agudelo e Correa per doppia ammonizione. Grande rammarico per gli spezzini, che potevano allungare sulla zona retrocessione. Ottima vittoria per i biancocelesti, che non mollano la rincorsa alla Champions League.
Benevento e Parma si dividono la posta in palio. Un punto che serve più ai giallorossi che si portano a 8 punti dal terz'ultimo posto, mentre il Parma resta penultimo in classifica, ma con ancora la speranza di potersi salvare. Inzaghi ripropone il 3-5-2 visto contro la Juventus, ma con qualche interprete diverso. Al centro della difesa rientra Glik, a destra mentre ritorna Depaoli. A centrocampo in regia c'è di nuovo Schiattarella. In avanti confermato il tandem Gaich e Lapadula. Dalla parte opposta D’Aversa risponde con il classico 4-3-3 ritrovando in avanti Gervinho, che con Man e Pellè forma il trio d’attacco. Dopo i primi venti minuti alla camomilla, il Benevento suona la sveglia. Minuto 23', punizione dalla tre quarti per i giallorossi. Dalla panchina Inzaghi detta lo schema e i suoi eseguono alla perfezione. Schiattarella tocca corto per Hetemaj che apre sulla destra per Barba che mette al centro nell’area piccola dove Glik da due passi fa centro realizzando la sua prima rete in giallorosso. La reazione del Parma è tutta nel tiro di Kucka al 35' che Montipò devia in corner. Nella ripresa D’Aversa toglie dalla mischia Laurini e Brugman in luogo di Busi e Kurtic. Le mosse del tecnico dei ducali portano subito i frutti sperati. Al 9' Kurtic ci prova dalla distanza Montipò in collaborazione con il palo si salva in angolo. Dal susseguente corner Kurtic di testa pareggia i conti. Il Parma sembra rigenerato e dopo cinque minuti trova il raddoppio con un colpo di testa di Gagiolo, ma Massa su suggerimento del Var annulla per fuorigioco. Inzaghi prova a dare una scossa ai suoi inserendo Caprari al posto di Lapadula. Proprio dal corner dell’ex Sampdoria arriva la rete del nuovo vantaggio giallorosso firmato da Ionita con un perentorio colpo di testa. Il Parma non molla e al 43' trova la rete del pareggio con un tiro da fuori di Man che non lascia scampo a Montipò.
Il ritorno di Iachini sulla panchina della Fiorentina, dopo la sosta per la Nazionale, porta un pari prezioso nelle casse dei toscani. Il match-salvezza con il Genoa al 'Marassi' termina infatti 1-1: Vlahovic replica a Destro, viola in dieci per quasi tutta la ripresa per il rosso a Ribery e risultato che, alla fine, permetterà alle due squadre di passare una Pasqua tutto sommato serena. Ballardini non rinuncia a Scamacca, che affianca a Destro in fase offensiva (Pandev è esentato dopo gli impegni con la Macedonia del Nord), mentre Iachini si affida a Castrovilli al centro e a Vlahovic nel ruolo di ariete, con Ribery a supporto. Il match è subito vivo e sono i viola a farsi notare con le inzuccate velleitarie di Vlahovic (4') e Milenkovic (12'). A far male invece è un bomber rinato come Destro: l’ex romanista approfitta dell’assist teso di Scamacca per infilare di potenza dal centro. Per lui, quarta volta in doppia cifra in Serie A con una casacca differente (Siena, Roma, Bologna e, appunto, Genoa). I viola provano subito a reagire e, al 23', ecco che Vlahovic ci mette lo zampino: lancio di Pezzella, sponda di Castrovilli e il 21enne serbo non perdona in diagonale. Sull'onda dell’entusiasmo gli ospiti provano a colpire ancora ma i rossoblù rispondono per le rime. Bonaventura e Zappacosta hanno qualcosa in più, nel finale di tempo Perin devia un tiro-cross di Caceres (36') e Scamacca si fa anticipare in uscita da Dragowski (38'). Proprio allo scadere, Castrovilli in acrobazia sfiora il colpaccio. Dopo 6' della ripresa, i toscani si ritrovano in dieci: Maresca punisce col rosso una brutta entrata di Ribery su Zappacosta. Una botta violenta di Scamacca al 16' non fa da prologo ad un dominio ligure: nonostante l’inferiorità numerica, la Fiorentina tiene botta e al 21' si fa notare con uno stacco impreciso di Bonaventura. Inizia la sarabanda dei cambi ma di occasioni vere nemmeno l’ombra, se non un fallo di Eysseric su Zappacosta nell’area viola che per il Var non è illecito: il pari, nel sabato pre-pasquale, può bastare.
Il Verona torna a vincere, il Cagliari sprofonda sempre più nella crisi. Dopo la sosta per le Nazionali alla Sardegna Arena non arriva lo scatto dei rossoblù che soffrono l’Hellas e cedono per 2-0, trafitti dai gol di Barak e Lasagna. Cancellate le scorie dei tre ko di fila, il Verona risorge nell’isola e affossa le speranze di salvezza del Cagliari di Semplici, giunto alla terza sconfitta consecutiva dopo il buon avvio. Primo tempo di marca gialloblù con l’Hellas che, dopo un avvio arrembante del Cagliari, prende in mano il controllo del gioco. La prima occasione arriva all’11' con un calcio di punizione di Veloso respinto da Cragno, poi la risposta del Cagliari otto minuti più tardi con un tiro di Joao Pedro deviato da Silvestri. Ma è al 23' che il Verona sfiora il vantaggio con un tiro di Lasagna da centro area che termina di poco a lato del palo. Grande chance anche per i rossoblù nel finale di frazione con un traversone di Nandez sciupato da Lykogiannis che da ottima posizione calcia alle stelle. Anche in avvio di secondo tempo è il Verona a comandare e con un vero e proprio guizzo di Barak sblocca la partita.
Al 54' l’ex Udinese si inventa un gran gol da fuori area trovando un tiro a fil di palo imprendibile per Cragno. La rete subita sveglia il Cagliari che le prova tutte trovando anche tanta sfortuna. Al 65' Simeone, su perfetto filtrante di Duncan, in spaccata centra il legno mentre all’80' un uno-due tra Marin e Joao Pedro termina con un nulla di fatto con il tiro del rumeno che sfiora il palo. Gara che si chiude al nono minuto di recupero con una rete in contropiede di Lasagna per lo 0-2 finale. Sfortuna e imprecisione tecnica che accompagnano una stagione disgraziata con il Cagliari che rimane diciottesimo nella speranza di poter inseguire il Torino in questo rush finale di campionato. Per il Verona, invece, trattasi dell’undicesima vittoria stagionale con una piccola rivincita contro chi, a novembre, ne aveva interrotto il percorso in Coppa Italia. ITALPRESS
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