Venerdì 22 Novembre 2024

Napoli battutto, Supercoppa alla Juve: primo trofeo per Pirlo da allenatore

La Juventus torna ad alzare al cielo una coppa diversa da quella assegnata ai campioni d'Italia, regalando il primo trofeo all'Andrea Pirlo allenatore. E' una Supercoppa, quella vinta sul Napoli a Reggio Emilia grazie a un gol di Ronaldo e a uno di Morata, un trofeo che i bianconeri si sono aggiudicati per la nona volta (più di tutti). L'importanza di questa vittoria rischia di avere ripercussioni positive a lunga gittata e intanto annacqua le polemiche legate al netto ko subito dai rivali di sempre dell'Inter. Ma non solo: rilancia un progetto che finora, classifica alla mano, in campionato stenta a decollare. E' vero, il Napoli ha sbagliato il rigore del possibile 1-1 con Insigne (tiro a lato) ma, nel complesso, i bianconeri hanno interpretato al meglio il primo match stagionale (era ora, dopo i rinvìi per il Covid, le polemiche e le sentenze) contro un Napoli che, a giugno, nella finale di Coppa Italia, li aveva battuti proprio ai rigori. La Juve ha tirato fuori la determinazione dei tempi migliori e, pur non facendo sfracelli dal punto di vista tecnico contro una squadra che si presentava a questo appuntamento con ben altro stato d'animo, ha vinto con un gol del solito CR7. Il Napoli ha cercato di puntare sul gioco di rimessa, ma la squadra non ha risposto come in altre circostanze; solo dopo avere incassato il gol, il Napoli si è proposto in fase offensiva. Il pareggio sarebbe potuto arrivare a una decina di minuti dalla fine, quando McKennie è franato su Mertens, ma Insigne non è stato preciso come in altre circostanze dal dischetto. Pirlo, dopo la disfatta di San Siro, ha rimescolato le carte e, pur dovendo fare i conti con diverse assenza, ha ritrovato Cuadrado e spostato Danilo a sinistra. Morata si è accomodato in panchina per fare spazio al più reattivo Kulusevski in attacco. A centrocampo, rispetto alla sfida contro l'Inter, Pirlo ha inserito Arthur. Gattuso, da parte sua, ha affidato le chiavi della mediana a Demme e Bakayoko, mentre a Petagna è stato chiesto di tenere su la squadra. La Juve è partita bene, con tanto movimento e pressing alto, che ha creato non poche difficoltà ai partenopei. Come avvenuto nella finale di Coppa Italia, il Napoli ha dato l'impressione di voler adottare una tattica di contenimento, cercando di abbassare il ritmo e di ostruire le fasce ai bianconeri. Quando ripartiva, però, poteva anche rendersi pericoloso. Il ritmo è subito stato lento, la Juve ha tenuto in mano il comando delle operazioni, ma senza sfonda. Anzi, per poco non ci scappa la sorpresa perché, nella prima, vera verticalizzazione del match, al 28' Demme crossa da sinistra sul secondo palo e trova Lozano pronto all'inzuccata da pochi metri: Szczesny compie un miracolo e salva. I bianconeri rispondono solo al 40' con un tiro di Ronaldo che non sortisce gli effetti sperati, poiché il pallone si abbassa solo dopo avere superato la traversa. La ripresa è un condensato di emozioni: Bernardeschi gioca al posto di Chiesa e ha un impatto devastante con la partita perché, dopo soli 40", impegna Ospina che, seppure in controtempo, respinge di mano quasi sulla linea. Manolas pasticcia al 10', Ronaldo ci mette lo zampino sull'uscita di Ospina e, per poco, non insacca a porta vuota. Al 19' Ronaldo mette al centro e costringe Manolas a sfiorare l'autogol, sul successivo corner il portoghese ritrova il gol, battendo Ospina dall'interno dell'area di porta. Il gol innesca l'orgoglio del Napoli che, grazie anche all'inserimento di Mertens, Elmas, Politano e Lorrente, non può che riversarsi nell'area avversaria: ottiene, però, solo un rigore. Insigne, però, lo sbaglia. Nel recupero Morata chiude i conti al culmine di un'azione di contropiede avviata da Cuadrado.

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