Il giorno tanto atteso da milioni di calciofili è arrivato: ancora poche ore e si conoscerà il destino della Serie A. Oggi pomeriggio si terrà la tanto attesa riunione tra il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, e i vertici di Figc e Lega serie A e solo con un sì convinto i presidenti potranno procedere durante l’assemblea di venerdì con la predisposizione del calendario. A scuotere le quasi certezze della vigilia è arrivata però come una doccia fredda la notizia di un sospetto positivo nello staff del Bologna, Non si tratterebbe nè di un giocatore nè di un tecnico, ma secondo le indicazioni in vigore al momento il club ha sospeso gli allenamenti di squadra consentendo solo quelli individuali, e nel caso di positività confermata, il gruppo sarà isolato in ritiro. Il protocollo in vigore impone infatti la massima cautela nella gestione delle positività, e in tanti temono che anche pochi casi possano gettare presto nel caos un sistema già complesso e delicato, soprattutto dopo il chiarimento su tempi e modalità di quarantena diffuso ieri dal Cts. La questione, pur centrale, non dovrebbe però impedire il via libera, anche perchè le speranze di tutti - e di sicuro anche oltre il calcio - sono per un ulteriore affievolimento a giugno della curva dei contagi, che forse consentirebbe anche di allentare un pò le briglie del protocollo, riducendo da 14 a 7 giorni il ritiro fiduciario. Il presidente federale, Gabriele Gravina, non voleva essere il 'becchino' del calcio italiano e per il momento potrà evitare di indossare l’abito nero. Uno stop totale, ha detto anche oggi, sarebbe «un danno irreparabile. Abbiamo già perso 500 milioni. Occorre difendere centomila lavoratori, 1,4 milioni di tesserati, 4,7 miliardi di fatturato». Poche cifre, ma pesanti, per ribadire la necessità di ripartire subito e domani dovrebbe avere finalmente la data della ripartenza, che dovrebbe essere il 13 giugno. Probabilmente l’unica vera decisione che sarà presa con il ministro Spadafora. Difficilmente uscirà qualcosa sul fronte tv, troppo calda la questione in un momento che vede anche lo scontro quasi frontale tra club e Sky per il pagamento dei diritti. La Lega conta di avere il verde per il 13 giugno - sono pochi i club che vorrebbero invece il 20 -, data che consentirebbe di dare un minimo di respiro alla competizione e ai giocatori, che aspettano sempre siano risolte quelle numerose «criticità» ribadite dal loro presidente, Damiano Tommasi. Una netta contrarietà è stata posta sulla partita delle 16,30, che acuirebbe i rischi fisiologici ma sono tante le perplessità per scelte, sottolinea Tommasi, prese «da chi in campo manda gli altri». Sembra che ci siano invece spiragli sulla questione stipendi, perchè le società si starebbero accordando per il taglio di un solo mese. Tra grandi e piccole incognite, la serie A scalda i motori per ripartire, mentre per gli altri campionati è tutto da decidere. I medici di serie B hanno espresso le loro perplessità sulle capacità dei club di rispettare il protocollo, mentre la Lega Pro cerca un piano alternativo ad una ripartenza ritenuta impossibile alle attuali condizioni. La serie D ha già, di fatto, chiuso i battenti, ma un gruppo di 31 squadre non vuole retrocessioni a tavolino ed è pronta ad agire in sede giudiziaria per evitarle, e intanto ha mandato una lettera-diffida alla Figc.