Serie A ancora senza pallone, slitta ok del Cts al protocollo: non tutti hanno strutture per i ritiri
Solo corsa e niente pallone, nemmeno per il torello. Le squadre di Serie A che si stavano preparando a passare dagli allenamenti individuali a quelli a gruppetti inserendo il pallone, hanno dovuto cambiare i piani. Tutto come prima, la settimana inizierà come è finita, perché il Comitato tecnico scientifico del Governo non ha validato ancora le linee guida per gli sport di squadra del 12 maggio. Il protocollo, spiegano all’Ansa fonti del ministero dello Sport, verrà probabilmente approvato domani e la Lega Serie A ha proposto delle integrazioni - maggiori test anti-covid e, secondo le indicazioni de presidente della Fmsi, Maurizio Casasco, sui controlli antidoping relativi - che la Figc ha già inoltrato al ministero. Il calcio spera così di ottenere il 'sì' agli allenamenti in gruppo senza l’obbligo del ritiro, una soluzione che gran parte dei club ritiene logisticamente impraticabile. In sostanza la fase 2 non decolla ancora, e la ripresa del campionato il 13 giugno resta al momento tutt'altro che certa. Dal governo spiegano che l’ok del Cts al protocollo è slittato solo di 24 ore per un intoppo, legato al concitato fine settimana in cui gli scienziati sono stati impegnati nella definizione delle linee guida per la ripresa degli altri settori dell’economia italiana. Il Cts, viene assicurato, opererà con la massima collaborazione, ma tenendo fermo il principio di responsabilità espresso dal premier Giuseppe Conte quando ha spiegato che «è necessario si realizzino le condizioni per una ripresa in massima sicurezza». Per il Governo quelle condizioni non ci sono ancora e non c'è una data per il nuovo calcio d’inizio. In Lega aspettano. Sull'applicazione del protocollo hanno forti perplessità sia i club sia i calciatori. Le ha ribadite senza mezzi termini l'Udinese, fra la minoranza di squadre che nell’ultima assemblea ha votato per attendere una settimana in più per la ripresa del campionato. «Se venisse confermata la data del 13 giugno per la ripartenza del campionato sarebbe una vera e propria follia per i calciatori e le società», ha ha affermato il responsabile dell’Area Tecnica, Pierpaolo Marino, su Rai Radio 1, sottolineando la «gravissima problematica legata agli infortuni che si sta già riscontrando in Bundesliga: Il campionato tedesco è ripartito ieri dopo 7 settimane di allenamenti e si sono già infortunati seriamente diversi giocatori». La Serie A potrebbe ripartire con 4 settimane di lavoro alle spalle, sempre che arrivi a breve l’ok alle sedute di gruppo. soprattutto per l’obbligo del ritiro chiuso, anche perché c'è chi dovrebbe affittare e blindare un albergo, con conseguenti problemi logistici. Si cercherà di lavorare per modificare il protocollo per gli allenamenti, per pensare poi a quello per le partite. ANSA