"Si rischia la recessione, serve una valutazione dell’impatto economico globale. Ora è difficile, non sappiamo quando si torna alla normalità. Ma guardiamo alle opportunità. Possiamo forse riformare il calcio mondiale facendo un passo indietro. Con formati diversi. Meno tornei, ma più interessanti. Forse meno squadre, ma più equilibrate. Meno partite per proteggere la salute dei calciatori, ma più combattute". Intervistato dalla "Gazzetta dello Sport" nel giorno del suo 50esimo compleanno, Gianni Infantino vede nell’emergenza coronavirus un’opportunità per ripensare il calcio. "Quantifichiamo i danni, vediamo come coprirli, facciamo sacrifici e ripartiamo. Non da zero, siamo privilegiati. Ma salviamo tutti assieme il calcio da una crisi che rischia di essere irreversibile". Il presidente della Fifa non sa quando si potrà ripartire: "Prima la salute. Poi tutto il resto. E il resto, per i dirigenti, significa sperare il meglio ma anche prepararsi al peggio. Senza panico, diciamolo chiaramente: si giocherà quando si potrà senza mettere a rischio la salute di nessuno". La Fifa, dal canto suo, è pronta a fare la sua parte. "Abbiamo dimostrato spirito di cooperazione e solidarietà con Europa e Sudamerica. Ora pensiamo al calendario delle nazionali. E alle modifiche e alle dispense temporanee per i regolamenti sullo status dei calciatori e i trasferimenti. Per proteggere i contratti e adeguare i periodi di registrazione. Servono misure dure. Ma non c'è scelta. Dovremo tutti fare sacrifici. Interventi economici? Certo. Grazie alla nostra solida situazione finanziaria possiamo proporre misure di solidarietà. Dieci milioni di dollari al fondo Oms. Poi l’istituzione di un fondo globale di assistenza al calcio. Grazie agli ultimi quattro anni, la Fifa gode di ottima salute e risorse. Le riserve sono per situazioni di crisi Fifa, ma qui è una crisi del calcio mondiale. E mi sembra ovvio che dobbiamo fare tutto". La Fifa, per far spazio a Europei e Coppa America nel 2021, ha accettato di spostare il nuovo Mondiale per club. "Presto decideremo se giocare la prima edizione nel 2021, nel '22 o al massimo nel '23. Rinviare il Mondiale per club fa perdere centinaia di milioni alla Fifa e a tutte le federazioni ma le soluzioni sul calendario internazionale devono tener conto degli interessi di tutti gli stakeholders. Sicuro che tutti siano pronti a fare un passo indietro, come noi". Per provare a disegnare un futuro migliore, con più equilibrio, dove "avere almeno 50 nazionali che possano vincere i Mondiali, non solo 8 europee e 2 sudamericane. E 50 club che possano vincere i Mondiali per club, non solo 5 o 6 europei", l’auspicio di Infantino. ITALPRESS