L'Inter di Antonio Conte è pronta a rinascere a San Siro davanti a 60 mila spettatori, contro il Lecce che lo ha visto esordire con gli scarpini ai piedi a 16 anni. Gli occhi fissi sull’obiettivo, il vertice della classifica, e spodestare la Juventus da quel trono che lui stesso gli ha donato. Ci sarà da lavorare, ma la fatica non ha mai spaventato Conte. «Devo essere sincero - ammette alla vigilia - c'è un gap molto importante con Juventus e Napoli ma non vogliamo porci limiti. Solo il tempo potrà dire per cosa lotteremo. Dal canto nostro, se vogliamo fare qualcosa di straordinario, non dobbiamo solo lavorare bene ma meglio degli altri. La strada è in salita ma la rincorsa è iniziata, vedremo se sarà spedita o a step lenti verso la vetta».
Un’annata straordinaria è quello che si aspetta tutto il mondo nerazzurro. L’arrivo di Lukaku, una società forte nella
gestione dei casi Nainggolan e Icardi, la nuova sede del club e soprattutto l’ingaggio di Antonio Conte, hanno segnato un nuovo inizio per l’Inter. Si è voltato pagina tanto che, nella prima conferenza stampa della stagione, con Icardi ancora ai margini ma effettivamente in rosa e non convocato per il Lecce, l'argomento dell’ex capitano si riduce ad una sola domanda, cui Conte replica conciso: «Ho grandissimo rispetto per tutti. Posso dire che da parte mia non c'è nessuna turbativa. Stiamo lavorando in maniera seria, senza alcun disturbo. Sapete benissimo che linea è stata presa nei confronti del giocatore ma da parte mia nessuna turbativa». Anche il mercato, con l’affare Sanchez in chiusura, come lo scambio Dalbert-Biraghi e l’ipotesi Icardi-Dybala, è un tema che Conte preferisce dribblare: «Del mercato è giusto che parli la società. Fin dal primo giorno c'è sempre stata molta chiarezza con i dirigenti e c'è grande stima
reciproca».
Al debutto a San Siro, contro una neopromossa, ci sarà il pubblico delle grandi occasioni. E l’ex ct per la prima volta
assaporerà la passione e l’adrenalina del Meazza che da domani sarà la sua "casa". Anche se il feeling con i tifosi sembra già nato, Conte, senza ipocrisia, non ne fa un cruccio: «Non ho mai cercato empatia. C'è sempre stata ma non l’ho mai cercata. Io sono questo. Non c'è niente di studiato, non vado a cercare la simpatia dei tifosi. Ma una volta che sposo la causa divento totale per la causa». Non gli bastano i tre punti, il tecnico vuole vedere il carattere e il fervore nei suoi giocatori. ''Oltre a vincere la partita, vogliamo portare un’idea. In modo che il tifoso si possa riconoscere nella squadra. Il tifoso deve essere orgoglioso dell’Inter. Abbiamo lavorato duramente. Ho trovato disponibilità e uomini oltre a calciatori, ed è molto importante. Le aspettative me le metto da solo e sono altissime.
Non è facile trasmettere una nuova idea di calcio ma la squadra ha recepito bene e posso dire che abbiamo già un’identità». E' l'Inter di Conte, ambiziosa, pronta al sacrificio, e con lo scudetto nel mirino.
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