Mercoledì 18 Dicembre 2024

Sarri alla Juventus? Il tecnico: "Amo i napoletani ma la professione può portare ad altri percorsi"

"Per noi italiani il richiamo di casa è forte". E’ il messaggio che Maurizio Sarri manda, in un’intervista esclusiva a Vanity Fair, nei giorni della trattativa per il suo approdo alla Juventus. "I napoletani conoscono l’amore che provo per loro - dice anche il tecnico del Chelsea rispondendo alle critiche dei suoi ex tifosi per il probabile 'tradimento' -. Ho scelto l’estero l’anno scorso per non andare in una squadra italiana. La professione può portare ad altri percorsi, non cambierà il rapporto". "Fedeltà - dice ancora Sarri nell’intervista - è dare il 110% nel momento in cui ci sei. Che vuol dire essere fedele? E se un giorno la società ti manda via? L'ultima bandiera è stata Totti, in futuro ne avremo zero", prevede il tecnico, che se la prende anche con chi pretende "la vittoria ad ogni costo". "E' una estremizzazione che annebbia le menti dei tifosi e di alcuni dirigenti, cosa che mi preoccupa di più. Non si può essere scontenti di un secondo posto". Quindi, sottolinea che a spronarlo nel lavoro non sono le vittorie ma le sconfitte, dalle quali "dipende l’evoluzione, non solo nel calcio". "Dopo una vittoria non so gioire. Chi vince resta fermo nelle sue convinzioni. Una sconfitta mi segna dentro, mi rende critico, mi sposta un passo avanti". Questo è, a suo dire, il sarrismo, "un modo di giocare a calcio che nasce dagli schiaffi presi". Anche sul tema dei fuoriclasse, Sarri ha le sue idee: "Ci sono squadre medie di grandi giocatori o grandi squadre di giocatori medi. Io lavoro su questo. Il fuoriclasse è quello a disposizione della squadra, altrimenti è solo un bravo giocatore. Di palleggiatori fenomenali siamo pieni". Nell’intervista a Vanity Fair, l’allenatore toscano parla anche di politica, tema su cui "nel calcio ci si schiera poco. Per non trovarsi qualcuno contro". "Oggi - conclude - la politica non mi interessa più. Vedo storie di una tristezza estrema. Da lontano l’Italia è un posto che spreca occasioni". ANSA

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