Poco più del minimo sindacale per l'Inter che riesce a soffrire anche contro il Chievo, fanalino di coda della classifica e già condannato: un tiro da biliardo di Matteo Politano, il raddoppio sul finire di Ivan Perisic regalano la vittoria ai nerazzurri che, nonostante le difficoltà ad affondare, costruiscono qualche buona occasione, colpiscono anche due volte il palo ma fanno fatica a chiudere la partita. Una vittoria comunque preziosa e indispensabile con la Champions a soli tre punti di distanza e con il terzo posto praticamente blindato. Non segna Mauro Icardi, ancora una volta preferito a Lautaro Martinez in questo scorcio finale di campionato agitato dalle voci ricorrenti di Antonio Conte sulla panchina interista. Voci che infastidiscono, dice Beppe Marotta che però non le smentisce. Si limita a riconoscere il lavoro svolto da Luciano Spalletti e a respingere le critiche mosse dai tifosi all’allenatore toscano. L’arrivo di Conte significherebbe un salto di qualità, un mercato di rango e forse la fine di un lungo periodo di magra, senza trofei da alzare e scarso di soddisfazioni. La stagione che si sta per chiudere porterà un posto in Europa ma brucia l'eliminazione da tutte le competizioni, pesano le polemiche su Icardi, delude Nainggolan che doveva essere il grande colpo di mercato e si è rivelato più un peso che una risorsa. Conte dovrà rimboccarsi le maniche, rinnovare una squadra che troppo spesso appare priva di idee e di anima. Icardi si è inceppato da tempo immemorabile: l’attaccante non segna su azione dal 2 dicembre contro la Roma (su sviluppi di un corner), l’ultimo gol è arrivato su rigore il 3 aprile contro il Genoa. E stasera ancora a vuoto. L’ex capitano esce fra i fischi di San Siro. Spalletti lo aveva scelto dal primo minuto, sperando che potesse risolvere i problemi offensivi. Per lunghi tratti così non è, anche perché l’Inter non parte a spron battuto come ci si aspettava, anzi. La squadra gira ai ritmi di Borja Valero, al piccolo trotto, con un possesso palla lento e inconcludente, di fronte a un Chievo chiuso ordinatamente nella sua metà campo. La prima opportunità arriva al 6', quando Semper sventa una torre di Perisic di testa in piena area, con il croato ancora pericoloso con un mancino potente. Nemmeno la collezione di calci d’angolo (ben 10 nel primo tempo, 17 alla fine) sembra permettere all’Inter di rendersi pericolosa, con i quasi 60mila di San Siro che iniziano a spazientirsi, mentre da segnalare ci sono i cori contro i napoletani che portano lo speaker a 'minacciarè la sospensione della gara. Al 38', però, i nerazzurri passano: dopo una azione insistita di Perisic la palla arriva a Politano, mancino dal limite che accarezza il palo e si infila alle spalle di Semper. A inizio ripresa si vede anche il Chievo con Vignato, il cui destro a giro si spegne di poco a lato. Occasione che fa alzare il baricentro al Chievo, creando più spazi per l’Inter, che crea occasioni: Semper salva su un mancino di Politano (che poi esce per una distorsione alla caviglia sinistra) e sulla debole ribattuta di Perisic, poi lo stesso croato in contropiede centra il palo. Il Chievo si ritrova anche in inferiorità numerica dopo il rosso per doppia ammonizione a Rigoni, ma Di Carlo si gioca comunque la carta Pellissier, applaudito da tutto San Siro. Non basta ai veronesi, perché Perisic chiude la gara: Cedric centra il palo, sulla respinta il croato col mancino raddoppia. E l'Inter torna a respirare, al terzo posto e a tre punti dalla Champions. Il Bologna di Mihajlovic, intanto, si conferma da record: sesta vittoria casalinga consecutiva, con 17 gol segnati, anche il Parma va al tappeto grazie all’uno-due firmato da Orsolini e dall’autorete di Sepe (su punizione di Pulgar) nel primo quarto d’ora della ripresa. Successo vitale per i rossoblù, che riprendono cinque lunghezze di margine sull'Empoli terzultimo e scavalcano i ducali, lasciando agli avversari i pensieri di una volata salvezza da incubo. ANSA