Se Ronaldo è stato il protagonista assoluto con la tripletta che ha demolito l’Atletico, Massimiliano Allegri è stato l’architetto che ha riprogettato la sua Juventus. Partendo dall’inedita posizione di Emre Can, schierato difensore centrale, ma anche con un atteggiamento spregiudicato ma allo stesso tempo equilibrato: "Merito dei ragazzi, c'è stato tanto di loro in questa vittoria - spiega -. Ottima partita, non perfetta, ma i ragazzi sono stati freddi e lucidi, rischiavamo una partita nevrotica invece dovevamo giocare con testa e gambe".
Un atteggiamento nato alla vigilia della partita di andata, ma rimasto nel mondo delle idee fino alla sfida di ritorno che è valsa i quarti di finale: "All’andata volevo fare più o meno questa cosa (con Emre Can difensore, ndr), abbiamo scelto una soluzione di mezzo ma abbiamo giocato la peggior partita dal punto di vista del palleggio. Favoriti per la Champions? La Juve è una delle pretendenti, resta un obiettivo come sempre, ma se fossimo usciti dopo una prestazione del genere non sarebbe stato un fallimento".
A spaccare la partita ci ha pensato Ronaldo, che con una tripletta ha confermato il suo grande feeling con la Champions League: "Che Cristiano finisse la Champions con un gol all’attivo mi sembrava molto strano, stasera ha giovato una grande partita".
"La Juve mi ha preso per questo, per aiutarli - conferma soddisfatto Ronaldo a fine partita, chiusa con una tripletta e restituendo ai tifosi dell’Atletico il gesto delle huevos (le uova) -. Abbiamo giocato una partita magica, l’Atletico era un avversario complicato ma anche noi siamo molto forti. La finale? E' ancora presto, pensiamo passo dopo passo".
Nessuna scusa per l’Atletico di Simeone, travolto sia per intensità che per qualità del gioco: "Abbiamo giocato la partita come la loro dell’andata - ammette Simeone senza cercare scuse -. Non abbiamo creato gioco, non siano mai stati pericolosi per meritarci il passaggio del turno. La Juve ha meritato, loro in casa sono molto forti". Una squadra irriconoscibile rispetto a quella dell’andata, una vittima sacrificale travolta dall’entusiasmo dell’Allianz Stadium: "Abbiamo cercato di recuperare ogni pallone ma non ci siano riusciti come al Wanda. Vero, avevamo alcune assenze, ma sono stati semplicemente più bravi e dobbiamo metterci a lavorare e affrontare il futuro. L'atteggiamento? Forse non sono riuscito a trasmettere alla squadra l’intensità che volevo".
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