Tradizione rispettata, la squadra sulla carta sfavorita ha (stra)vinto il derby. Sembra quasi una regola non scritta questa della stracittadina della capitale, e anche per questo la Lazio ha colto tre punti che ne rinvigoriscono le speranze di Champions, ovvero quel quarto posto che le consentirebbe l'accesso alla massima competizione continentale.
Sempre in prospettiva europea non può che avere rimpianti una Roma decisamente non all'altezza, che ha mancato l'aggancio all'Inter a quota 47 punti e ora vede i 'cugini' biancocelesti potenzialmente alla pari, basta solo che battano l'Udinese nel recupero del match rinviato causa 6 Nazioni di rugby. Ma in chiave Champions la Roma, messa brutalmente Ko e sconfitta 3-0, non può star tranquilla neanche nell'immediato.
Infatti il successo della Lazio è stato senz'altro meritato e per i giallorossi non ci sono attenuanti: giocando così mercoledì prossimo contro il Porto rischiano un'altra goleada, e qualcuno ha rivisto in mezzo agli uomini di Di Francesco perfino i 'fantasmi' della Coppa Italia a Firenze. Non sempre si può contare sulla buona sorte, come contro il Bologna, o vincere con poco merito ma soprattutto per la scarsa consistenza tecnica degli avversari, come a Frosinone. Questa volta la Roma ha dovuto pagare il conto, e gli schiaffi che ha preso da Caicedo (buona la sua prova), Immobile, anche se forse il rigore non c'era (Fazio ha colpito prima la palla e poi Correa, ma l'assistente al video ha confermato la decisione di Mazzoleni) e Cataldi fanno particolarmente male. Nel finale, ad alcuni giallorossi sono anche saltati i nervi, con Dzeko ammonito per fallo da frustrazione e Kolarov espulso per doppio giallo nel giro di 2'. Entrambi saranno assenti con l'Empoli.
Però è stato giusto così, perché in campo c'è stata quasi solo la Lazio e la Roma, in cui nessuno ha meritato neppure un 6 'politico', ha ben poco da recriminare: il popolo di fede romanista ora può solo sperare nell'ennesima trasformazione della squadra esaltata alla ribalta europea, come già successo in passato, anche se questa non sembra proprio la stessa Roma che un anno fa fu capace di arrivare fino alle semifinali. In questo derby è stata nulla in chiave offensiva: nel primo tempo c'è stata una sola conclusione degna di questo nome, con Dzeko, nella ripresa invece Strakosha ha compiuto una parata decisiva al 21', quindi sull'1-0, su tiro da fuori di Florenzi. Per il resto la partita è stata tinta solo di biancoceleste con una Roma sotto tono e che ha risentito in maniera perfino eccessiva dell'assenza dell'influenzato Manolas. Se il greco non verrà recuperato in tempo per Porto, potrebbero essere dolori.
La Lazio nel primo tempo non ha risentito della mancanza di Immobile, tenuto in panchina, e la bella combinazione Correa-Caicedo che l'ha portata in vantaggio ne è la testimonianza, con l'attaccante dell'Ecuador che in velocità ha 'bevuto' i difensori avversari e poi anche evitato Olsen. Nella ripresa Immobile è entrato, ha segnato su rigore e poi Cataldi ha siglato il trionfo laziale con un siluro all'89' che ne ha scatenato l'entusiasmo, lui laziale purosangue che per festeggiare sotto al curva Nord quasi si sarebbe denudato se non l'avessero fermato i compagni sommergendolo con i loro abbracci.
Così in questo derby c'è stata solo la Lazio mentre la Roma proverà a consolarsi in Europa. Ma se dovesse arrivare un'altra brutta sconfitta qualcuno potrebbe rimettere in discussione la panchina di Di Francesco, anche se Paulo Sousa sembra ormai essersi accasato al Bordeaux. Ma in casa Roma le sorprese, e le brutte cadute, sono sempre dietro l'angolo.
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