PALERMO. Ha vinto il più forte, meritatamente. C’era la speranza una sorpresa, di quelle che magari generano risultati imprevisti negli esordi in campionato. ma purtroppo per il Palermo non è arrivato nulla di tutto ciò. Lo 0 a 3 per il Napoli è sacrosanto. Se ci mettiamo di aver incontrato subito una squadra più avanti nella preparazione per aver giocato la Supercoppa e soprattutto una compagine semplicemente più forte che punta a giocarsi lo scudetto, la frittata è fatta. Alla fine è sembrata quasi una fotocopia della gara persa in casa 3 a 1 contro la squadra di Mazzarri dello scorso campionato, quando i rosa sono apparsi impotenti e in balia dell’avversario..
Dimentichiamoci il Palermo che in casa con le squadre più forti imponeva la sua filosofia. I tempi sono cambiati. Il calcio speculare ha preso spazio. Ci può stare. Ma per metterlo in pratica devi trovare in fretta le idee chiare per ripartire e sapere cosa fare una volta che si ha la palla tra i piedi. Altrimenti non fai altro che regalare sicurezze ad avversari come il Napoli che di regali non hanno proprio bisogno.
Il Palermo può solo recriminare per un rigore netto non concesso sull’1 a 0. ma è troppo poco per cancellare e spazzare via le preoccupazioni.
Sconfitta che deve fare meditare anche la società. Il Palermo ha giocato con lo stesso modulo degli ospiti, che hanno fatto il bello e cattivo tempo sulle fasce. Dove sono invece gli esterni del Palermo? vedremo se gli ultimi cinque giorni di mercato daranno risposte a questa domanda.
Fin dall'inizio il Napoli tiene il pallino del gioco e fa paura quando apre sugli esterni, specialmente a destra su Maggio. Ma fa male anche partendo centralmente in percussione con Hamsik. Ma anche con Cavani che al 18’ fa prendere un grosso spavento ai suoi ex tifosi, bevendosi Von Bergen e presentandosi solo davanti a Ujkani. Nell’occasione è decisivo Cetto che si immola per salvare sul tiro della punta del Napoli.
In una serata complicata, il Palermo al 28’ deve pure fare a meno di uno degli uomini più lucidi, quando perde per infortunio Franco Brienza. Al suo posto, Sannino si affida a Migliaccio.
Il Napoli è in palla, lascia spesso senza respiro gli attaccanti rosa, andando sempre al raddoppio. Il Palermo cerca allora di alzare la testa al 31’. È miracoloso l’intervento di De Sanctis su Pisano che colpisce di testa una punizione calciata da Miccoli.
La partita diventa più equilibrata, ma è solo una fulminea illusione. Cavani e soci fanno subito capire che non è il caso di abbassare la guardia. Al 42’, infatti, il Matador a venti centimetri dalla linea di porta spara sulla traversa un servizio di testa di Hamsik. Per i rosa, però, è solo l’antipasto amaro del gol degli ospiti. Gli uomini di Sannino sembrano aspettare con ansia il fischio di Orsato per andare a riposo. Ma Hamsik, servito alla perfezione da Maggio, fulmina Ujkani. Vantaggio meritato.
Il secondo tempo parte sulla falsariga del primo. Sannino prova a cambiare qualcosa nei meccanismi inceppati del centrocampo, inserendo Rios per Donati al 55’. La gara si infiamma al 64’ quando in una mischia in area Maggio falcia Cetto che sta per concludere a rete. Rigore netto ed espulsione del numero 11 azzurro, ma Orsato sorvola e l’arbitro di linea non gi dà certo una mano. La gara rimane in bilico e il Palermo prova a buttarsi in avanti con più cuore che testa. E quando Sannino pensa a Budan per appensatire l’attacco, i rosa incassano lo 0 a 2. sale malissimo la difesa rosa, lasciando libero Maggio di involarsi verso Ujkani e trafiggerlo. Lo 0-3 di Cavani all’88’ è solo la naturale conseguenza di una superiorità dimostrata per tutto l’arco della partita.
È solo l’esordio, ma già arrivano i primi fischi a fine partita per la banda Sannino.
Esordio amaro, il Napoli asfalta i rosa
Il Palermo sotto i colpi della squadra di Mazzarri, che passeggia al Barbera coi gol di Hamsik, Maggio e Cavani. Netto lo strapotere degli ospiti per un Palermo che piò solamente recriminare per un rigore non concesso sull'1 a 0
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