PALERMO. Un solo Palermo. È questo ciò che chiede Devis Mangia al suo gruppo di giocatori. L’obiettivo, dunque, è cancellare il Palermo a due facce, che cambia volto quando si gioca in trasferta rispetto alle gare casalinghe. Facile a dirsi. È su questo aspetto che gli allenatori che si sono succeduti negli ultimi anni hanno trovato maggiori difficoltà. Ma il tecnico rosanero, intervenuto oggi in conferenza stampa allo stadio Barbera, ci crede, lavora sul campo e sulla mente dei suoi giocatori per raggiungere questo scopo. «Cosa serve per fare bene anche in trasferta? Serve il Palermo, perché la squadra è sempre la stessa. Il gruppo è nelle condizioni per fare bene a Roma domani contro la Lazio. Anche perché poi – scherza Mangia - finisce che spendiamo sempre soldi inutili per gli aerei. L’obiettivo è quello di avere un Palermo solo». "Formazione? La faccio coi giocatori". In casa dei biancocelesti arriva un esame importante. Il Palermo è chiamato a scendere in campo per la terza volta in una settimana. Ci sarà, come spiega lo stesso tecnico, da capire quale sarà la reazione alla terza partita, di solito la più difficile quando ne giochi tre in sette giorni. C’è il rischio di pagare fisicamente. E allora il dilemma è se puntare sull’entusiasmo della partita precedente, puntando sugli stessi undici di mercoledì col Cagliari, o fare turn over. Per questo, ci pensano gli stessi giocatori a dare una mano al proprio allenatore. «Io mi fido molto di quello che mi dicono quando parlano delle loro condizioni, perché conoscono l’obiettivo primario, cioè il bene del Palermo. La formazione, la faccio insieme a loro. Poi è chiaro, ho anche i miei occhi per guardare e valutare certi aspetti». "Ilicic? Deve ritrovare la voglia di giocare". Davvero difficile sentire un allenatore che dice di fare la formazione insieme ai suoi giocatori. Insomma, si scruta la voglia di trovare una simbiosi col gruppo, pur rispettando sempre le gerarchie. La formazione che sarà schierata all’Olimpico comunque dovrebbe essere la stessa di tre giorni fa. Con Ilicic ancora una volta fuori. Pacate, ma comunque significative e pesanti le parole spese da Mangia sullo sloveno. «Ilicic è un ragazzo che deve ritrovare la voglia di giocare a pallone e di divertirsi. La mia sensazione è quella che deve ritrovare entusiasmo. Ma, attenzione, sia lui che Bacinovic sono giocatori che mi piacciono tantissimo. Ma devono mettersi nella condizione di farsi schierare in campo dall’allenatore. Devono capire che se loro stanno meglio degli altri, giocano. A me interessa solo in campo. E allora – continua il tecnico – che dovrei dire di Mantovani (comunque non convocato per una sindrome influenzale, ndr), che con me non ha giocato un minuto? Però è un ragazzo che mi sta mettendo in grande difficoltà, perché si allena da dieci e ha atteggiamenti da dieci». "Reti subite? Per ora non abbiamo tempo di lavorare sui dettagli". Si torna, inoltre, a parlare dei due gol subiti contro il Cagliari, ovvero la nota stonata della prestazione di mercoledì. «Zamparini insoddisfatto delle due reti? Ma anche io lo sono, così come la squadra e tutto lo staff. Sappiamo che possiamo fare meglio. Per ora, però, facciamo fatica a curare il dettaglio, perché stiamo pensando di più a dare un’organizzazione tattica alla squadra». "Come fermare i campioni laziali? Leghiamoli". Mangia dà uno sguardo anche agli avversari. Il trio Hernanes-Klose-Cissè fa paura, ma anche in questo caso Il coach rosanero non perde il suo spirito ironico. «Come li fermiamo? Li leghiamo negli spogliatoi. La Lazio è comunque un’ottima squadra costruita bene con giocatori importanti, e ci sono altri calciatori che possono determinare il risultato, così come ce li ha il Palermo. L'ambiente ostile nei confronti di Reja? Io penso solo agli undici che scenderanno contro di noi con la maglietta celeste». Esordio all'Olimpico: "Mi tengo vicino il dottore". Infine, il Palermo torna sul luogo del delitto. Quello stadio Olimpico, palcoscenico della finale di Coppa Italia contro l’Inter lo scorso 29 maggio. Per il tecnico, però, si tratterà di un esordio «Perfetto, domani faccio l’Olimpico, poi ho pensato che magari arrivo pure a San Siro e…». Quasi come a dire che, sceso sul campo di questi stadi, poi il tecnico potrà levare il disturbo. Ovviamente un’altra battuta del tecnico che fa di lui fino a questo momento un nuovo personaggio del mondo del calcio fuori da ogni schema mediatico. «Io comunque avevo le vertigini anche quando sono entrato al Barbera contro l’Inter. Domani, magari mi tengo accanto il dottore…».