PALERMO. «Porque?». È probabile che stamattina Rossi, leggendo le dichiarazioni di ieri di Zamparini, avrebbe voluto emulare il collega Mourinho, rivolgendo l'interrogativo del tecnico portoghese al suo presidente. «Non voglio un allenatore che pretende di essere al centro del progetto», «Ho saputo che Rossi ha chiesto cifre ad altre squadre che non posso garantirgli». Queste affermazioni non sono andate giù al mister di Rimini. Ecco, allora, perché Rossi avrebbe voluto esclamare un «porque» a Zamparini, «dato che in questo momento – ha spiegato oggi Rossi in conferenza stampa a Boccadifalco -, dopo aver centrato la finale di Coppa Italia, tutti dovremmo essere concentrati su questo obiettivo senza sprecare energie inutili».
"Zamparini, parole non vere". Ecco, dunque, che oggi, a due gare dal termine del campionato, assisti a un Rossi per certi versi inedito. Toni pacati come sempre, ma sopra le righe. Ma stavolta è sembrato come se non avesse resistito al suo diktat di non rispondere tramite la stampa al suo presidente. «Ho letto cosa ha detto il presidente, ma a me riesce difficile parlare di queste cose dopo due giorni che abbiamo raggiunto un grande traguardo per città e società e, inoltre, dopo avere conquistato un altro importante obiettivo, ovvero quello di raggiungere l’Europa per due anni di fila. Leggere certe dichiarazioni lascia il tempo che trova. Le ho trovate preventive e non veritiere. La storia si fa coi fatti non con le chiacchere. Questo è il momento di stringersi attorno alla squadra. Comunque nessun problema perché io e la squadra faremo quello che abbiamo sempre fatto: stare zitti e lavorare. Anche perché parlare in questo momento di altri allenatori, direttori sportivi e nuovi giocatori fa solo disperdere energie e io le voglio mantenere tutte in vista della finale».
"Sequestro azioni? Conosco solo quelle del Monopoli". Rossi, dunque, non ha digerito le parole del numero uno rosanero sul suo futuro e ha ribadito di non essersi promesso a nessuno. Ed esaurendo l’argomento Zamparini, Rossi parla anche del sequestro delle quote del Palermo. «Mi spiace se qualcosa può turbare la pace del Palermo. Ma io non capisco di azioni, non sono mai andato oltre quelle del Monopoli con parco della Vittoria. Preferisco quindi non parlare di fatti extracalcistici, ma posso dire che la cosa a me non turba».
Gara con la Samp, motivazioni al massimo in vista della finale. Introducendo la sfida di domani contro la Sampdoria, invece, risuona ancora una volta la parola motivazioni. Tutto scontato su chi ne avrà di più domani? Ma quando mai, secondo Delio Rossi anche se i blucerchiati hanno un bisogno vitale dei tre punti per sperare in una salvezza lontana. «Noi abbiamo le stesse motivazioni della gara col Bari. Certo, la classifica non ci dà la possibilità di fare ragionamenti, quindi dobbiamo pensare in ottica della finale e di conseguenza dobbiamo avere più motivazioni di tutti, perché devo valutare su chi posso contare per Roma per la finale del 29 maggio».
Dopo Bari, ancora turn over. A Genova sarà probabilmente di nuovo il turno di Miccoli con la motivazione in più di spingere la Samp in B per salvare il suo Lecce. Rossi è comunque convinto che il capitano giocherà prima di tutto per il Palermo e allo stesso tempo fa capire che ci sarà turn over. In alcuni casi forzato in altri per scelta tecnica. «I cambi ci saranno già a partire dalla porta, perché siamo senza Sirigu che non è stato convocato per un problemino. Andelokovic e Carrozzieri, invece, restano a casa per scelta. Balzaretti? Si è procurato un infortunio un po’ subdolo, difficile dare un giudizio subito».
Difficoltà blucerchiate. Il tecnico rosanero si è espresso anche sulle difficoltà della Samp, un anno fa a lottare coi rosa per un posto in Champions e quest’anno a un passo dal baratro della retrocessione. «Dopo aver perso il preliminare ad agosto, avranno pensato di fare un campionato di transizione, a maggior ragione dopo le cessioni eccellenti che ci possono stare. Poi però ti ritrovi in situazioni dalle quali non riesci più a uscire. È successo anche a Udinese e Chievo. Questo capita a squadre non abituate a gestire queste competizioni. In questi casi devi migliorare la squadra o cambiarla del tutto».
Finale, orgoglio per palermitani all'estero. Infine uno sguardo al 29 maggio. Delio Rossi come sua abitudine non fa promesse. «Non le ho fatte neanche a mia moglie durante il matrimonio. Ci siamo sposati e basta, figuriamoci per questa occasione». E commenta ironicamente anche la bizzarra convocazione in nazionale di Abel Hernandez atteso dall’Uruguay proprio il giorno della finale contro l’Inter. «Credo che partirà il giorno dopo». Ma soprattutto regala un bel pensiero ai tifosi all’estero. «Non so cosa si respira in città perché non la vivo. Ma presumo ci sia grande attesa e grande orgoglio, anche da parte di chi magari sta all’estero. Gente che abita in una montagna della Germania e si sveglia tra la nebbia e legge nelle prime pagine che si parla della squadra della sua città. Questo per me è motivo d’orgoglio.
Caricamento commenti
Commenta la notizia