PALERMO. Tre messaggi. Due, uno per il Catania e l’altro per il Palermo, li manda Fabrizio Miccoli. Il terzo l’hanno scritto - senza abbreviazioni tipiche del linguaggio degli sms - i tifosi su due lenzuoli appesi su un muro del «Tenente Onorato»: «3-4-11 - Vinciamo il nostro scudetto. Abbattiamoli». Con una «b» rossa e un’altra azzurra, come i colori del Catania. «Non mi sembra che abbiano esagerato - osserva Miccoli -. Tutti quanti sappiamo quanto sia importante il derby con il Catania per i nostri tifosi. Ed è per questo che vogliamo regalare una grande gioia alla nostra gente».
La lunga vigilia del derby è partita. Come da copione è arrivato lo striscione-esortazione dei tifosi e come da copione iniziano ad arrivare le dichiarazioni di vittoria da una parte e dall’altra. Per il Palermo il primo a salire sul pulpito è stato il capitano. Miccoli in una decina di minuti ha fatto capire come si sta preparando il Palermo per il derby e soprattutto cosa si aspetta al «Massimino». «A Catania negli ultimi anni è andata male, soprattutto per colpa nostra - fa notare il numero 10 -. Abbiamo commesso errori e siamo stati puniti, ma l’approccio non è stato mai sbagliato. Rispetto agli anni scorsi, la situazione è diversa. Questa partita conta più per il Catania, loro hanno bisogno di punti per la salvezza, forse avvertiranno la pressione. Ma è pur vero che i derby sono partite uniche, che sfuggono ad ogni logica, anche di classifica. Siamo consapevoli che giocano bene, che Maxi Lopez è un giocatore che può fare la differenza e che troveremo un ambiente particolare, ma il Palermo andrà lì senza paura. Vogliamo vincere per continuare a sperare nell’Europa League e per restare attaccati a chi sta davanti. Grinta e determinazione non mancheranno, mi auguro che venga fuori una bella partita e che i nostri tifosi si divertano. Torneranno per la prima volta a Catania dopo la tragedia di quattro anni fa, chi verrà lo faccia con lo spirito giusto. Anche se non ritengo giusto penalizzare chi non ha la tessera del tifoso. Di questo passo per entrare allo stadio serviranno le impronte digitali e a guardare le partite ci saranno cinquecento persone...».
E i messaggi di cui si parlava in apertura? Eccoli. Il primo è una specie di avvertimento per il Catania. «Da quando vesto la maglia rosanero, al Massimino non ho mai segnato - ricorda Miccoli -. È chiaro che quel gol mi manca e spero di riuscire a trovarlo in questo derby». Il secondo messaggio del capitano è diretto alla società che al momento lo paga ed è anche legato alla situazione di precarietà che il capitano ha vissuto nelle ultime settimane. «Qui a Palermo mi sento protagonista, sono il capitano della squadra e il punto di riferimento per i compagni - spiega Miccoli - e questo a prescindere dal fatto che io giochi o meno. In futuro vorrei che fosse ancora così, se la situazione dovesse cambiare prenderei altre decisioni. Ho altri due anni di contratto, ma se non mi sentirò importante per il progetto, sarei pronto ad andare via». Uno dei rebus di questa lunga vigilia era legato proprio alle scelte di Cosmi per l’attacco: Miccoli o Pinilla? Con il Milan era toccato al cileno e il capitano c’era rimasto male. Con il Catania sarebbe potuto arrivare il bis, ma Pinilla è finito ko con la sua nazionale. Gli esami hanno evidenziato una lesione muscolare, dunque il sudamericano domenica dovrebbe dare forfait (i medici, però, faranno di tutto per recuperarlo) e per Miccoli aumentano le chance di scambiarsi il gagliardetto con il capitano del Catania. «Ho giocato anche in condizioni menomate e questo fa capire che vorrei farlo sempre - sottolinea Miccoli -. Figurarsi se non ci tengo ad esserci in un derby... Prima del Milan non avevo nessun problema, sto solo svolgendo un lavoro differenziato per quel fastidio al tendine. Ma sto bene e domenica spero di essere al cento per cento. Io voglio tornare quello della passata stagione, ma ancora faccio i conti con quell’operazione al ginocchio. C’è sempre qualche strascico, anche perché sono tornato in campo presto. Finora ho fatto bene, ho segnato sette gol, ma vorrei fare sempre di più».
A Catania l’occasione giusta per tornare protagonista, per fare godere i tifosi e per dire all’amico Cosmi che il Palermo non può fare a meno di Miccoli: «Cosmi è come dieci anni fa quando allenava il Perugia. Anzi, l’ho ritrovato con più voglia perché finalmente ha un’altra grande chance. Con lui giochiamo in un altro modo rispetto a quando c’era Rossi, ma questa squadra ha le caratteristiche per farlo e il campo con il Milan ha dato ragione al tecnico».