Lo hanno preso con le mani in pasta, o meglio con i quattrini, ritenuti frutto di estorsione ad un imprenditore riesino. I soldi erano ancora nella tasca dei suoi pantaloni. È un altro anello della catena mafiosa che fa capo alla famiglia Cammarata - secondo la tesi degli inquirenti - quello finito in trappola. Ma potrebbe essere il terminale di una strutturazione più complessa alle spalle, per Procura distrettuale e carabinieri. Non una estorsione isolata, ma un’azione sotto l’ala di Cosa nostra e in pieno stile mafioso perché in cella è finito un quarantenne dal cognome «pesante» ma finora dal passato adamatino. È il riesino Salvatore Cammarata, inteso «pezza».
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