PARIGI. Per «distruggere» l'Isis serve una «coalizione sempre più ampia» e un approccio che non sia solo militare ma passi anche per un forte lavoro diplomatico e culturale. Diplomatico, necessario e fondamentale in Siria, ma anche in Libia, che rischia di diventare la «prossima emergenza». Culturale per evitare che ragazzi nati e cresciuti in Europa si trasformino in macchine da guerra. Nel giorno in cui David Cameron chiede al parlamento il via libera per i raid in Siria e la Germania annuncia che vi invierà Tornado e navi, Matteo Renzi è a Parigi da Hollande per assicurare unità contro il terrore. E dopo l'incontro istituzionale all'Eliseo si sposta alla Sorbona, la «culla» della cultura, dove studiava anche la vittima italiana del 13 novembre Valeria Solesin e dove il premier, rilanciando il suo appello all'investimento in cultura per combattere il terrorismo, ottiene una standing ovation. Chiedendo un impegno solenne in memoria delle vittime: non rinunciare mai a vivere liberi. Ma non solo: Renzi esorta le comunità islamiche europee a «condannare senza ambiguità gli attentati», perchè, dice, «la lotta contro il terrorismo non ammette defezioni». E invita l'Europa a «serrare i ranghi», evitando ulteriori «strappi». Ce ne sono già molti, assicura, con un accenno al rischio Brexit. Ma il rischio maggiore, scandisce «è lo strappo tra le istituzioni e i cittadini». Il colloquio di primo mattino all'Eliseo con il presidente francese, in partenza per un delicatissimo faccia a faccia con Putin, dura più del previsto. Come ha già fatto durante gli incontri con Cameron prima e con Angela Merkel poi, Hollande invoca «un'azione militare comune» per sconfiggere l'Isis.Esortazione alla quale il premier risponde affermando che l'Italia conferma tutti suoi impegni in ambito europeo. «Siamo impegnati a livello militare, in molti casi con la Francia, e penso al Libano ma non solo: anche all'Iraq, alla Siria, Afghanistan, Kosovo e Africa». L'Italia c'è insomma e per sconfiggere l'Isis bisogna lavorare a tutto tondo. A partire da un maggiore scambio delle informazioni di intelligence all'interno dell'Ue, vero tallone d'Achille emerso chiaramente dopo la tragedia di Parigi. «È la lezione più importante che si può trarre dagli attentati del 13 novembre», dice Renzi. La risposta dell'Europa agli attacchi del venerdì nero parigino è stata «dura», ma non basta. Senza uno scambio maggiore di informazioni, senza una collaborazione più forte tra gli Stati membri si rischia di non riuscire a contrastare adeguatamente un fenomeno che ha a disposizione molti strumenti, a partire dalle informazioni che corrono sul web. E poi c'è la sfida culturale, la più difficile ma forse la più importante a lungo termine. E che fa ottenere al premier il plauso della ministra francese dell'Istruzione, Najat Vallaud-Belkacem: «Matteo ha ragione: la barbarie dei terroristi non si batte solo con gli interventi militari e la sicurezza, che sono comunque fondamentali, ma anche attraverso la scuola, l'università e la cultura». E allora, ripete il premier, per ogni euro investito in sicurezza ce ne vuole uno investito in cultura.