PALERMO. Il Consiglio dei ministri ha sollevato dubbi di legittimità sulla legge regionale sugli appalti approvata dal Parlamento siciliano, poco meno di un mese fa. Lo ha annunciato l'assessore regionale alle Infrastrutture, Giovanni Pizzo, in conferenza stampa a Palermo. Secondo il Cdm la legge viola le norme comunitarie sulla libertà di concorrenza.
"Se la legge sugli appalti venisse impugnata si favorirebbe la mafia - ha aggiunto Pizzo - Due giorni fa abbiamo ricevuto i rilievi della presidenza del Consiglio dei ministri, ai quali abbiamo già risposto. Domani la legge passa al vaglio del Cdm, che dovrà decidere se impugnarla oppure no. Se lo Stato vuole favorire l'inquinamento mafioso degli appalti tramite cartelli faccia l'impugnativa"
Secondo il Cdm la legge siciliana viola le norme comunitarie sulla libera concorrenza. "Lo Stato - ha aggiunto Pizzo - si sta nascondendo dietro l'Europa. Ho chiesto al ministro Delrio di riflettere. Questa vicenda è bianca o nera. Mi appello ai siciliani onesti. Le imprese disoneste saluteranno con favore un eventuale impugnativa".
Imprenditori si incatenano: no impugnativa appalti. Una cinquantina di imprenditori edili siciliani si sono incatenati davanti all'assessorato alle Infrastrutture in via Leonardo da Vinci, a Palermo. Protestano per dire no alla possibile impugnativa da parte del Consiglio dei ministri della riforma sugli appalti.
La decisione è attesa per domani, quando il Cdm dovrà decidere se impugnare la legge. "Il vecchio sistema non funzionava - dice Gaetano Scancarello, imprenditore edile che a Palermo ha un'azienda con una decina di dipendenti - La legge approvata dall'Ars si fonda su un meccanismo più trasparente. Non è vero che limita la concorrenza nel mercato. Chi presenta un ribasso superiore al 25% d'ora in poi dovrà presentare i giustificativi di spesa in fase di partecipazione alla gara".
Gli fa eco il presidente regionale del Comitato regionale difesa appaltatori, Antonio Bonifacio, che a Caltanissetta ha un'impresa con 44 dipendenti. "La legge regionale approvata - dice Bonifacio - individua anche un metodo di aggiudicazione delle gare a ribassi contenuti. In prospettiva potrebbe avere riflessi positivi anche sull'occupazione".
Ance Sicilia: governo non impugni legge di riforma. "Lo scorso mese di luglio il Parlamento siciliano ha approvato una legge di riforma degli appalti, frutto di due anni di intenso lavoro che ha coinvolto tutte le associazioni imprenditoriali e i sindacati, che ha l'obiettivo di sbarrare la strada alle imprese mafiose, ai tangentisti, a chi usa cemento depotenziato e lavoro nero, insomma agli interessi criminali in genere e di aprire il più possibile il mercato delle opere pubbliche alla libera concorrenza del mercato sano". Lo afferma l'Ance Sicilia. "Ma incredibilmente oggi, nel giorno in cui il Presidente della Repubblica ha ricordato il sacrificio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il governo nazionale - quello delle riforme, della legalità e dello sviluppo - - polemizza l'Ance - ha comunicato alla Regione siciliana l'intenzione di impugnare la riforma davanti alla Corte costituzionale".
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