PALERMO. Il testo cambia ancora e salta l’accordo sull’introduzione della revocabilità della domanda di prepensionamento. L’Aran, su mandato del governo, ha introdotto nuove restrizioni limitando al massimo la possibilità di fare marcia indietro e i sindacati annunciano che al decisivo incontro di oggi ritireranno la propria firma.
È un passaggio fondamentale per far scattare l’esodo che prevede già nel primo anno almeno mille prepensionamenti. La riforma delle pensioni non ha previsto la revocabilità della domanda. E per questo il governo sta provando a introdurla ottenendo un accordo con i sindacati da firmare all’Aran, l’agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego. Ma una prima intesa, un mese fa, non è stata ratificata perchè troppo ampia, almeno secondo la giunta.
Dunque ieri è arrivata sul tavolo dell’Aran la nuova proposta. È un testo complicato ma l’effetto è pratico: chi ha scelto di andare in prepensionamento quest’anno e nel 2016 non potrà revocare la propria domanda. Chi invece ha già scelto di lasciare gli uffici fra il 2017 e il 2020 potrà chiedere di fare marcia indietro ma la Regione si riserva la possibilità di accettare o meno la revoca. In pratica, può obbligare il dipendente a lasciare gli uffici: una chance a vantaggio dell’amministrazione per motivi economici.
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