Giovedì 19 Dicembre 2024

Insegnante di scuola faceva il Pip
Espulso dal bacino, via altri 59 precari

PALERMO. Dai banchi di scuola a lavori estemporanei nella qualità di precario regionale. Faceva l'insegnante di scuola pubblica ma allo stesso tempo beneficiava del sussidio di Pip, essendo inserito nel bacino che consente di incassare circa 8 mila euro l'anno. Così è arrivata l' espulsione e la revoca dell' assegno disposta dal dipartimento regionale del Lavoro guidato da Anna Rosa Corsello. Con l' insegnate è stato espulso anche un altro precario sorpreso a lavorare con una società privata con un contratto di collaborazione professionale da 40 mila euro. Intanto altri 69 lavoratori hanno rinunciato all'assistenza regionale in cambio di un bonus immediato da 25 mila euro. Sono i risultati messi a segno dagli uffici del Lavoro, che stanno portando avanti una maxi-operazione di trasparenza passando al setaccio la posizione di ciascuno dei 2.700 Pip che beneficiano del sussidio. Un numero che durante il governo Crocetta è andato calando giorno dopo giorno: dei 3.300 Pip iniziali, ben 600 sono stati espulsi per aver commesso reati o perchè gli uffici li hanno sorpresi a svolgere altri lavori. «Abbiamo accesso al sistema delle comunicazioni obbligatorie - spiega la Corsello - se hanno altri rapporti di lavoro in regola noi lo scopriamo». Così sono stati espulsi due Pip: uno faceva l'insegnante di scuola pubblica, l'altro aveva un co.co.pro da 40 mila euro. Ma adesso la Regione può sfruttare altre due opportunità per provare a cancellare un bacino costato negli anni un fiume di denaro pubblico. La prima riguarda il bonus da 25 mila euro per rinunciare al sussidio: già 17 Pip hanno preso i soldi e sono stati cancellati, mentre per altri 52 l' istruttoria è stata completata e si attendono solo i mandati di pagamento. Infine l' assessorato guidato da Bruno Caruso punta a collocare sul mercato del lavoro i Pip rimasti offrendo 10 mila euro in cambio della loro assunzione in aziende private.

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